Partito democratico, Movimento Cinque Stelle e Italia viva hanno sottoscritto la settimana scorsa un documento per andare uniti alle elezioni e arrivare a un candidato unico. Il segretario del Pd di Napoli, Marco Sarracino è tranquillo: «Non c’è il rischio che il nome lo faccia saltare, tantomeno Italia viva», il candidato però, Sarracino ancora non lo dice: «Arriveremo a una candidatura nei prossimi giorni». I nomi in ballo nelle scorse settimane erano quelli di Roberto Fico, presidente della Camera del Movimento 5 stelle, l’ex ministro Gaetano Manfredi, e il sottosegretario Pd, Vincenzo Amendola.

Tavolo e accordo

Al tavolo per arrivare al documento ha partecipato la segretaria di Napoli di Italia viva, Graziella Pagano. Per il Movimento 5 stelle, Alessandro Amitrano, Gilda Sportiello e all’ultimo incontro anche Valeria Ciarambino, candidata alle ultime regionali che hanno riconfermato presidente Vincenzo De Luca. Sarracino ha seguito il dossier: «Lavoro in stretto contatto con la segreteria nazionale». Tra i sottoscrittori Francesco Dinacci di Articolo 1, Alessandro Fucito di Sinistra Italiana, Fiorella Zabatta per i Verdi, e Raimondo Pasquino per Centro Democratico. Il testo, si legge, unisce le «forze che individueranno una figura di alto profilo che sarà in grado di guidare una nuova fase nella storia di Napoli, capace innanzitutto di favorire il dialogo tra le istituzioni, i corpi intermedi, i cittadini».

Modello Caivano

Dopo il no del leader di Italia viva Matteo Renzi a qualunque alleanza con il Movimento 5 stelle e l’avvio della crisi del governo Conte II, la decisione di correre uniti può apparire singolare, ma Sarracino spiega che prende le mosse da una situazione già esistente e funzionante. Pagano ha minacciato: «Siamo ancora in attesa che il Pd di Napoli inizi le consultazioni così come stabilito nell’ultima riunione nella quale ribadimmo che, per rispetto a tutte le forze dello schieramento, non si possono imporre candidature preconfezionate e stabilite altrove». Sarracino però spiega: «Segnalo che a Napoli a tutti i tavoli a cui ha partecipato il Movimento 5 stelle, Italia viva ha sempre partecipato».

L’alleanza per l’esponente dem è ampiamente collaudata, e, secondo lui, vincente: «Noi abbiamo già lavorato a un’alleanza che andasse alle forze politiche del Conte II e abbiamo già sperimentato questo modello in comuni abbastanza grandi, come Giugliano che fa 140mila abitanti, e Caivano, comuni in cui il Pd non vinceva da dieci anni. A Caivano Pd, M5s e Iv governano già insieme». Per questo «abbiamo ritenuto che questo modello si potesse replicare a Napoli, cosa che si sta verificando».

I democratici di Napoli, spiega, sono d’accordo: «In tutte le direzioni metropolitane che ho tenuto, la mia relazione per costruire un’alleanza con il Movimento ha sempre ottenuto l’unanimità. Questo dimostra l’effervescenza di Napoli e l’unità del partito».

Il presidente della Campania, Vincenzo De Luca, intervenendo su Rai 3 ha fatto anche lui lo stesso discorso di Italia viva. Ovvero che le primarie sono uno strumento e che è contrario a candidature decise a tavolino: «Le primarie sono uno strumento quando non si riesce a lavorare a una candidatura» replica Sarracino, e adesso invece «siamo nelle condizioni di chiudere su una candidatura unitaria, questione di giorni». Inoltre rivendica la partecipazione locale: «Non mi pare che ci siano candidature dall’alto».

Da Napoli all’Italia

Per ora, racconta il segretario, il clima è dei migliori: «C’è un clima di totale unità, credo che l’esperimento delle scorse amministrative possa diventare un modello anche a livello nazionale». Anche se a Napoli l’area di sinistra dovrà confrontarsi con la sfida interna della candidatura dell’ex sindaco di Napoli e già presidente della Campania, Antonio Bassolino, che ha abbandonato il Pd nel 2017. Oltre a lui Alessandra Clemente, vista come l’erede del sindaco uscente Luigi De Magistris: «Meglio il campo unitario - commenta Sarracino -, avere un campo diviso non è la soluzione ottimale, ma la coalizione che stiamo costruendo è ampia e competitiva contro il nostro avversario, che ripeto, è il centro-destra.».

L’ex presidente del consiglio Giuseppe Conte ha detto che nelle altre città, e nello specifico Roma, vedere chi andrà meglio servirà per stabilire chi un domani si intesterà la leadership di questa alleanza, ma il dem frena: «Prima di costruire una leadership per la coalizione mi sembra giusto che la coalizione si costruisca. Sulla leadership si vedrà».

Intanto il segretario non teme l’arrivo della Lega di Matteo Salvini: «Napoli è una città di sinistra e rimarrà una città di sinistra. Conosco Napoli e i napoletani e cosa pensano di Salvini». Il rifiuto della Lega, aggiunge, «non è meridionalismo, è una forma di autotutela. È constatare che Salvini non ha mai lavorato per gli interessi della città di Napoli e del Mezzogiorno».

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