Italia

Il Pd nato per perdere è tentato da un altro giro di gazebo

  • Letta resta per traghettare i suoi al congresso, ma «serve un Pd nuovo». Bonaccini ai blocchi di partenza: «In questo momento non faccio nulla ma «il congresso deve essere una grande occasione di rigenerazione, sia sui contenuti sia sulle classi dirigenti».
  • Ipotesi Elly Schlein, la neodeputata creatura di Prodi, e simbolo delle Agorà democratiche. Ma non è iscritta al partito.
  • Orlando: «Non basta un congresso ordinario. Il Pd oggi è un soggetto irrisolto». Provenzano: «Il Pd va smontato e rimontato».

«Serve un Pd nuovo». Enrico Letta si presenta da solo davanti ai cronisti al terzo piano della sede del partito, nella sala della direzione intitolata a David Sassoli. Qualche dirigente in realtà c’è, ma resta al di qua delle telecamere. Prima di parlare ha riunito i presenti nel suo ufficio. Peppe Provenzano e l’ala sinistra gli chiedono di non dimettersi. «Tanto più in questa sconfitta durissima serve una guida solida», lo convince Andrea Orlando. Letta annuncia che non si dimette ma resterà

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