Si apre un nuovo dibattito nell’organizzazione delle primarie del Pd: dopo la proposta di rinviare il voto di una settimana, dal 19 al 26 febbraio, su cui stanno convergendo i quattro candidati Stefano Bonaccini, Gianni Cuperlo, Paola De Micheli ed Elly Schlein per allontanare il voto dalle consultazioni regionali di inizio mese, ora ci si confronta su un altro punto. 

Schlein ha infatti lanciato la proposta di affiancare ai tradizionali gazebo anche il voto online. La speranza è quella di disinnescare il rischio che i gazebo rimangano vuoti: secondo dati citati da Repubblica, la partecipazione online potrebbe valere 2 milioni di voti, contro i 500mila che i dem prevedono si possano recare ai gazebo nel migliore dei casi. 

Favorevoli e contrari

Una strategia per mettere un freno al trend calante delle primarie, che non hanno più visto la partecipazione record del primo voto, quando a scegliere tra Walter Veltroni, Rosy Bindi ed Enrico Letta andarono tre milioni e mezzo di persone.

Ma Bonaccini, il favorito, è contrario alla proposta lanciata da Schlein per evitare da una parte di mettersi in balia di una piattaforma online, una vicenda che ha già messo in difficoltà il Movimento 5 stelle, legato a doppio filo a Rousseau di Gianroberto Casaleggio, dall’altra di permettere un accesso incontrollato al voto. 

Schlein ha intenzione di portare comunque la sua proposta alla direzione della prossima settimana. In quell’occasione dovranno prendere posizione anche gli altri due candidati, che per ora si espongono poco. De Micheli aspetta «proposte concrete», mentre Cuperlo propone di tutelarsi con una registrazione degli elettori 48 ore prima. 

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