le elezioni viste dall’italia

Confusi e felici, nel Pd ognuno ha la sua sfumatura di Scholz

23/02/2018 Bruxelles, vertice informale dei leader dell'Unione Europea, nella foto il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron, la Cancelliera tedesca Angela Merkel, il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni
23/02/2018 Bruxelles, vertice informale dei leader dell'Unione Europea, nella foto il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron, la Cancelliera tedesca Angela Merkel, il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni
  • «Ha vinto la sinistra», «no hanno vinto i riformisti», il partito di Letta si contende il successo dei socialdemocratici tedeschi. Ma fin qui tutti correvano a chiedere la benedizione di Merkel. 
  • Il segretario si augura «che i liberali non entrino al governo», la minoranza bacchetta e invece spiega che sarebbe meglio per tutti. Sullo sfondo la contesa è sulla svolta dei fratelli tedeschi: più temi sociali, ma anche eredi di Angela.
  • La cancelliera per anni ha fornito le credenziali di affidabilità ai politici italiani. Anche quelli della parte politica avversaria.

Confusi e felici. Ma di più confusi. Per la vittoria dell’Spd tedesca, il partito fratello italiano Pd esulta. Ma ogni voce che si complimenta con Olaf Scholz lo fa con una sfumatura di rosso diversa. E così si finisce in una specie di Babylon Berlin: ogni corrente dei democratici italiani esalta una socialdemocrazia tedesca diversa, a volte persino immaginaria. Ad aprire le danze è il segretario Enrico Letta, che al quotidiano Repubblica spiega che «la lezione di Scholz è che dalla crisi si es

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