Alle 6:30 di stamattina tre attivisti di Fridays For Future Milano sono stati perquisiti nelle proprie abitazioni «da 18 carabinieri - 6 ognuno - a seguito di un mandato di perquisizione» recita un comunicato dell’associazione ambientalista. A marzo durante un’azione organizzata in vista dello sciopero per il clima del 25 era stato scritto con una bomboletta spray presso la sede di Centrex, controllata di Gazprom, “Il gas fossile uccide”. Così è partita la denuncia per imbrattamento e «sabotaggio con fumogeni». A due mesi di distanza è arrivata la perquisizione dei carabinieri per i tre attivisti, due ragazzi e una ragazza.

L’azione riguarda «un ambito di contestazione di natura politico e sociale». Così sono state perquisite le loro case, sequestrati telefonini e bandiere, ma soprattutto, a uno dei tre, racconta la portavoce di Fridays Martina Comparelli – non direttamente interessata dall’azione dei carabinieri – «è stato chiesto di spogliarsi e fare dei piegamenti, un’azione che non riusciamo a spiegarci». I ragazzi raccontano di essere stati trattati con un atteggiamento intimidatorio.

Centrex e Gazprom

Secondo il decreto, oltre a essere state imbrattate le pareti della controllata di Gazprom con la scritta, sarebbero state oscurate le telecamere di sorveglianza con l'accensione di un fumogeno nell’ambito di un'azione organizzata il 19 marzo in vista dello sciopero nazionale per il clima da Studenti tsunami e dallo storico centro sociale Lambretta.

Centrex Italia, raccontava a marzo un articolo del Fatto Quotidiano, è una delle filiali del gruppo europeo creato nel 2007 con base in Austria. Il gruppo Centrex, si legge, «era finito anni fa al centro delle polemiche perché sospettato di essere il veicolo societario privato attraverso il quale l’allora premier Silvio Berlusconi e Vladimir Putin avevano organizzato l’ingresso in Europa di Gazprom, al fianco di Eni». Oggi il gruppo Centrex è controllato direttamente da Gazprom, che ha nominato a capo della filiale italiana Elena Burmistrova, una delle più importanti manager di Stato in Russia.

Lo stop al gas russo

Gli attivisti tornano a chiedere lo stop del gas russo, e ricordano che solo due giorni fa Eni ha ceduto alla richiesta di Gazprom per l’apertura di due conti per l'acquisto in rubli del metano: «L'Europa ha continuato ad acquistare combustibili fossili da Gazprom, finanziando direttamente la guerra in #Ucraina e le aggressioni militari russe».

Non solo: «Il movimento globale #FridaysForFuture, nell'esprimere il proprio supporto agli attivisti coinvolti, evidenzia l'intento intimidatorio delle operazioni». Loro puntano il dito sul fatto che l’azione è arrivata a così tanta distanza di tempo e con metodi che loro definiscono sovradimensionati: «La ricerca di prove tramite perquisizione avviene attraverso un dispiegamento delle forze dell'ordine sovradimensionato rispetto alla pericolosità degli attivisti».

L'accaduto per loro punta a scoraggiare le azioni di dissenso degli attivisti. Chiedono al governo «di interrompere i rapporti commerciali con Gazprom per l'acquisto di gas russo, un potente climalterante che minaccia non solo gli equilibri geopolitici, ma anche climatici di tutto il mondo» e con cui «finanziamo la guerra».

Gli attivisti si preparano a farsi sentire di nuovo, proprio davanti alla sede della società: «Invitiamo tutti e tutte a condividere il nostro comunicato e a una conferenza stampa alla sede di Gazprom a Milano sabato 21 Maggio alle ore 15 in solidarietà agli attivisti colpiti e per denunciare gli accordi commerciali tra il nostro paese e la multinazionale russa».

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