- La risoluzione di problemi normativo-burocratici nell’implementazione degli interventi del Pnrr per il contrasto al rischio idrogeologico ha distolto le amministrazioni dalla messa in sicurezza del territorio e della popolazione. Questa è l’accusa della Corte dei Conti in un rapporto del febbraio scorso.
- Mancanza di progetti cui destinare i fondi, ritardi nell’adozione di atti normativi, un sistema di rendicontazione non funzionante sono solo alcune delle criticità riscontrate dalla Corte. Ma già negli anni precedenti la cura del territorio ha scontato gravi carenze.
- Il termine di realizzazione degli investimenti del Pnrr per il rischio idrogeologico è a fine 2025. Ma la tutela del territorio è connotata dall’intrinseca urgenza degli interventi. Il rischio non si adegua alle scadenze previste dal Piano. Questo è ciò che, più di qualunque altra cosa, andrebbe tenuto presente.
Gli esperti sono concordi: la quantità di pioggia caduta in Emilia Romagna è stata straordinaria e nulla avrebbe potuto contenerla. Ma gli esperti convergono anche sul fatto che certi effetti negativi possono essere attenuati con controlli, risorse e maggiore programmazione sulla manutenzione del territorio. Anche a questo fine sono destinate risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). La Corte dei Conti, Sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello



