Si chiama Nucleo per le politiche di coesione (Nupc), si legge ufficio di ricollocamento dei fedelissimi di Raffaele Fitto, volato in Europa con i galloni di vicepresidente esecutivo della Commissione guidata da Ursula von der Leyen.

Il Pnrr arranca con l’annuncio di un’ennesima revisione del nuovo ministro Tommaso Foti, la spesa è incerta e va a rilento. Tanto che i progetti potrebbero non arrivare a compimento entro i tempi stabiliti e diventa insistente la voce di una richiesta di proroga delle scadenze, al netto delle smentite di rito di Foti. Intanto c’è un paletto fissato: l’incarico per chi ha sempre affiancato l’ex ministro Fitto.

Infornata di fine mandato

Sul gong del mandato governativo vari (ex) componenti dello staff fittiano hanno trovato posto nel Nupc, di stanza a palazzo Chigi, che «opera a supporto alle strutture del Dipartimento per le politiche di coesione e per il Sud» e che oggi conta oltre 30 unità (il tetto massimo è fissato a 40).

Certo, «tutti i componenti devono essere in possesso di una specifica e comprovata specializzazione professionale nei settori», viene specificato sul sito del Nucleo.

Appurate le competenze non ci sono altri problemi. Basta la firma di un decreto. E l’ultima infornata è un tris calato da Fitto, tra novembre e dicembre, proprio quando stava preparando le valigie per volare verso Bruxelles.

Il nome che spicca è quello di Raffaella Marin, storica collaboratrice di Fitto che, dall’ottobre 2022, era segretaria particolare del ministro. Una nomina scontata per una figura che ha seguito come un’ombra l’ex golden boy del centrodestra pugliese.

Già nel 2008 Marin era al fianco di Fitto, capo della segretaria dell’allora ministro degli Affari regionali nel governo Berlusconi. Finita quell’esperienza è stata dirigente al Sud di Forza Italia, restando in stretto contatto con il suo punto di riferimento politico, che in quegli anni era in rampa di lancio tra gli azzurri. Nel 2015 Marin è diventata collaboratrice, negli uffici di Roma, di Fitto che, nel frattempo, era stato eletto all’Europarlamento.

L’ultima consulenza, da segretaria, è stata la più importante. Le garantiva un compenso complessivo di 85mila euro lordi. L’addio all’incarico, legato al mandato governativo, è stato abbastanza indolore: Marin ha siglato un contratto da 95mila euro all’anno per far parte del Nucleo per le politiche di coesione fino alla scadenza del 1° dicembre 2027. Quindi dopo la fine dell’attuale legislatura.

Il sindaco e l’ex assessore

Qualche settimana prima, dal 16 novembre scorso, nella stessa struttura è stato inserito anche Francesco Bruni, altro nome legato a doppio filo al vicepresidente della Commissione europea.

Il Nupc garantisce, salvo rescissioni anticipate dell’accordo, una remunerazione di 50mila euro annui fino a metà novembre 2027. Anche per lui c’è stato un upgrade economico: nel marzo 2023 era entrato nello staff di Fitto, nelle vesti di consigliere giuridico, per un compenso di 40mila euro.

Nel frattempo ha coltivato la passione politica. Qualche mese dopo la nomina nello staff fittiano, è stato rieletto (a maggio 2023) sindaco di Otranto, città salentina di oltre 5mila abitanti, da sempre feudo di Bruni.

Era stano primo cittadino già dal 1997 al 2007. Bruni è stato anche senatore, dal 2013 al 2018, con Forza Italia, seguendo poi il suo mentore Fitto nelle successive (e fallimentari) esperienze politiche, dai Conservatori e riformisti a Direzione Italia.

A completare il tris di nomine fittiane nel Nucleo per le politiche di coesione, c’è Silvano Macculi, che nella sua carriera è stato fido scudiero del vicepresidente della Commissione europea, fin dagli anni in cui è stato sindaco di Botrugno, paese di circa 3mila abitanti in provincia di Lecce.

Nella sua carriera politica è stato assessore – dal 2009 al 2014 – nella provincia di Lecce nella giunta capeggiata dall’attuale deputato di Fratelli d’Italia, Antonio Maria Gabellone. Successivamente è stato candidato con la lista personale di Fitto come consigliere regionale in Puglia. Anche per Macculi è previsto un contratto di tre anni, ma da 50mila euro.

Cosa dovrà fare nello specifico il trio Bruni, Marin, Macculi? Tra le varie mansioni c’è la «valutazione delle politiche, dei programmi e dei progetti di sviluppo socio-economico e territoriale» e gli «approfondimenti, elaborazioni e istruttorie a supporto dei processi di programmazione e riprogrammazione afferenti alla politica di coesione».

Nel gioco al riposizionamento, Mario Capolupo, nominato da Fitto nel 2022, è stato confermato capo del settore legislativo al ministero dal successore Foti. Capolupo ha avuto comunque una traiettoria professionale che ha incrociato solo negli ultimi anni il cammino dell’uomo inviato da Giorgia Meloni in Ue.

I precedenti incarichi

D’altra parte altri consulenti di Fitto avevano in precedenza trovato un posto da collaboratore. È accaduto qualche mese prima che l’ex ministro si trasferisse a Bruxelles.

Davide Tabarelli, presidente di Nomisma energia, era entrato nello staff diretto di Fitto nel marzo 2023 per un totale di 40mila euro. A fine maggio dello stesso anno il contratto è stato interrotto, ma a giugno è stato arruolato nella struttura di missione del Pnrr. L’incarico, che scadrà alla fine del 2026, ha previsto un miglioramento della retribuzione, ora di 50mila euro.

La lista continua con Mario Morlacco, altro esperto con vari incarichi passati tra Puglia e Campania, inizialmente presente negli uffici di diretta collaborazione di Fitto a titolo gratuito e poi passato alla struttura di missione del Pnrr per 50mila euro. 

Un destino comune ad Antonio Navarra, docente dell’università di Bologna. Prima collaboratore senza compenso con l’allora ministro e poi spostato (con remunerazione da 50mila euro) all’organismo istituito alla presidenza del Consiglio per seguire l’attuazione del Recovery plan. Almeno per alcuni, specie dall’area Fitto, il Piano nazionale di ripresa e resilienza è stato un successo.

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