“Poveri comunisti” non è solo propaganda, il brand più amato dal governo arricchisce il neofascista Avaro

“Poveri comunisti” è lo slogan più in voga tra i meloniani al governo. Diventato un brand. Affidato al neofascista Martin Avaro, che ora grazie a bracciali e t-shirt incassa con la Italica Solution srl. Avaro è lo stesso che con la sua società ha ottenuto affidamenti e commesse da Fratelli d’Italia e dalla presidenza del Consiglio, come svelato da Domani nei giorni scorsi. Oltre agli appalti, pure la propaganda. E così c’è ancora lui in questa vicenda che svela la storia dei gadget più usati alla kermesse Atreju, che dietro il velo di festa di una destra moderata nasconde il groviglio di intrecci con i soliti ambienti del neofascismo romano. Così il fascista ex Forza Nuova fa affari d’oro con Chigi, Atreju e Fratelli d’Italia Il brand “Poveri comunisti” può contare su testimonial d’eccezione. C’è Gennaro Sangiuliano, ex ministro della Cultura, che durante un’ospitata televisiva, a Piazzapulita, mostra un braccialetto con la scritta «Siete solo dei poveri comunisti». «È un regalo», la spiegazione. Qualche settimana dopo, il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro, mette il carico: ad Atreju gira un video vicino a un tazebao con tanto di logo “Sdpc” (“Siete dei poveri comunisti”), chiudendo il filmato proprio con la fatidica frase «Siete dei poveri comunisti», ripresa – poi in un altro contesto – dalla ministra dell’Università, la forzista Anna Maria Bernini. «Comunisti!». Bernini ad Atreju affronta gli studenti di medicina. Il ministero al lavoro sulla “sanatoria” Una semplice citazione di una frase di Silvio Berlusconi, fatta propria da Giorgia Meloni, saltellante al coro “chi non salta comunista è”? In apparenza sì. Ma sotto le apparenti casualità c’è molto di più: il perfetto lancio pubblicitario di un marchio già confezionato. Con dietro la mano di un fascista, pronto a macinare utili. Avaro non è però l’unico protagonista. La macchina è stata messa in piedi da uno dei volti nuovi della comunicazione di Fratelli d’Italia, Alberto Di Benedetto, attuale responsabile social del partito, assunto al gruppo del partito alla Camera dei deputati. Di Benedetto ha creato il link con l’esponente storico della destra neofascista, l’imprenditore Avaro, appunto, già militante di Forza nuova, di cui Domani ha raccontato gli affidamenti diretti ottenuti sia da Palazzo Chigi in questi anni di governo Meloni sia contemporaneamente dal partito per allestire eventi vari, tra i quali Atreju. A chi l’appalto per la cucina italiana? A noi! E all’azienda del fascista Avaro Dai social al portafogli Su Facebook e Instagram, esiste da tempo la pagina “Poveri comunisti”, che è riuscita a mettere insieme un totale di 230mila follower. Al fianco è stato fondato un sito, povericomunisti.it, con dominio registrato a nome di Aldo Cardoni, militante di FdI di lungo corso, oggi collaboratore a Montecitorio, da sempre molto vicino al vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli. “Poveri comunisti” ha le sembianze di una community spontanea. Ma la regia di Di Benedetto rende tutto più partitico: l’esperto di comunicazione è una figura centrale nello storytelling di Atreju. Una pagina unofficial con una chiara matrice governista. Lo stile è il solito: esaltazione di “Giorgia” e avversari indicati come nemici; i “poveri comunisti”, appunto. Banglatour ed elogio delle SS: ecco a chi dà appalti Meloni La trovata comunicativa ha fatto scattare la scintilla imprenditoriale, pubblicizzata sui social, il 17 novembre: «Finalmente, dopo mille peripezie, abbiamo aperto il nostro store», si legge sulla pagina Instagram. Un’operazione resa possibile grazie all’accordo con la società Italica Solution di Avaro, che prende appalti (oltre che da Palazzo Chigi) pure dalla regione Lazio, amministrata dal meloniano Francesco Rocca. Italica Solution ora fa da intermediaria, e così macina ricavi, dalle vendite dei gadget con la scritta “Siete solo dei poveri comunisti”. Sullo store si possono acquistare braccialetti a 3 euro (ma la somma cresce perché c’è un balzello di 10 euro fisso ad acquisto), t-shirt, felpe e tazze. «Poveri comunisti», lo spettro di un insulto che non passa mai di moda La logistica è affidata a Simone Chistolini, che fa parte dello stesso circuito. Il fatturato finisce in parte alla srl del neofascista Avaro .«Ho conosciuto Martin Avaro durante eventi di Fratelli d’Italia. Da lì è nato un rapporto di collaborazione sul merchandising e, non potendomene occupare direttamente, gli ho affidato questo incarico, previo stipulo di un contratto», dice Di Benedetto, contattato da Domani. Non sono stati comunicati i termini dell’accordo per sapere la suddivisione percentuale tra i contraenti. Vita da imprenditore Per Avaro è un passo in avanti rispetto alle origini, quando cantava a squarciagola l’inno dei neofascisti: «Ho il cuore nero e me ne frego del mondo intero». Già all’epoca dettava la linea, mentre si esibiva dal palco i camerati accompagnavano le sue parole con braccia tese e cori da stadio. Da allora ha fatto strada l’ex segretario cittadino di Forza Nuova: ha attraversato le burrasche giudiziarie superandole brillantemente, in un’occasione salvato dalla prescrizione (era stato condannato in primo grado per lesioni aggravate ai danni di due carabinieri). Pensioni come bancomat, sulla manovra l’ultimo tradimento di Meloni Oggi è imprenditore di successo grazie alle commesse di FdI e a quelle governative, che arrivano pure alla Mr. Tailor, un’altra società che Avaro condivide con il collega, orgogliosamente fascista, Andrea Di Cosimo. Alla società sono arrivati due affidamenti diretti da palazzo Chigi, uno da 137mila euro più iva e l’altro da 39.990 euro per l’acquisto di uniformi. La Mr. Tailor ha un capitale versato di due euro e neanche un dipendente assunto, come risulta dall’ultimo bilancio. Ma non finisce qua l’assalto al potere di Avaro. Con Italica Solution è approdato al settore della propaganda: vende maglie e bracciali con lo slogan più in voga tra chi sta al governo.