La ministra delle Riforme parla di «strumentalizzazione delle parole della premier». I tecnici ragionano sulla data del referendum, per slegarlo dalla durata dell’esecutivo
A due settimane dal voto europeo Giorgia Meloni ha scelto di cambiare passo e di farlo proprio su quel premierato che lei stessa aveva, forse troppo enfaticamente, ribattezzato «la madre di tutte le riforme». Ora la nuova parola d’ordine, davanti alla possibilità che il referendum respinga il tentativo di stravolgere la Costituzione, è un «chissene». E, se le parole hanno un peso, il risultato è stato quello di esprimere quantomeno una scala di valore. La premier considera il suo posto a palazzo



