- A marzo 2020, i ricercatori italiani dell’Istituto Spallanzani hanno consegnato il coronavirus vivo, che erano riusciti ad isolare e mettere in coltura tra i primi al mondo, agli scienziati russi, che così hanno potuto sviluppare i due vaccini sovietici di stato - Sputnik V e EpiVacCorona.
- In quei giorni, a inizio pandemia, isolare il virus in coltura significava avere a disposizione un materiale biologico preziosissimo a cui ambivano tutti i laboratori di ricerca pubblici e privati del pianeta. Chi aveva il virus in coltura poteva sviluppare un vaccino.
- Fino a quel momento, solo tre altri laboratori – uno cinese, uno statunitense e uno inglese – erano riusciti a farlo. In sostanza, gli scienziati dello Spallanzani possedevano una vera e propria miniera d’oro.
Ora lo possiamo affermare con certezza: a marzo 2020, i ricercatori italiani dell’Istituto Spallanzani hanno consegnato il Coronavirus vivo, che erano riusciti ad isolare e mettere in coltura tra i primi al mondo, agli scienziati russi, che così hanno potuto sviluppare i due vaccini sovietici di stato: Sputnik V e EpiVacCorona. Riassumiamo la vicenda. Il 29 gennaio 2020 due turisti cinesi provenienti da Wuhan in visita a Roma si ammalano e sviluppano i sintomi tipici del Covid - febbre alta e
FOTO
08/01/2021 Roma, Reithera azienda specializzata in biotecnologie, con sede alle porte di Roma, sta lavorando sul vaccino anti-Covid GRAd-CoV2, che rappresenta la risposta italiana ai vaccini di Pfizer e di Moderna. Dopo la fase 1 di sperimentazione il vaccino Reithera ha dimostrato di essere sicuro e di avere capacita' di indurre risposta immunitaria, come confermato dal direttore scientifico dell'Ospedale Lazzaro Spallanzani di Roma. Nella foto i ricercatori al lavoro nei laboratori con una fiala di vaccino anti-Covid GRAd-CoV2



