L’ITALIA AL SERVIZIO DELLA PROPAGANDA RUSSA: PUNTATA 5

Putin e l’operazione Sputnik in Italia: il parallelo con le manovre russe in Argentina sul vaccino

A worker flashes a victory sign, representing the Peronist Party, from a scaffolding as he paints a mural of former Argentine President Nestor Kirchner, the late husband of current Vice President Cristina Fernández de Kirchner, on a government building near the federal court in Buenos Aires, Argentina, Tuesday, Feb. 15, 2022. At the court, current Argentine President Alberto Fernandez made an unusual court appearance to defend his vice president — and former chief — calling allegations of corruption during her term as head of state “a sort of fantasy.” (AP Photo/Rodrigo Abd)
A worker flashes a victory sign, representing the Peronist Party, from a scaffolding as he paints a mural of former Argentine President Nestor Kirchner, the late husband of current Vice President Cristina Fernández de Kirchner, on a government building near the federal court in Buenos Aires, Argentina, Tuesday, Feb. 15, 2022. At the court, current Argentine President Alberto Fernandez made an unusual court appearance to defend his vice president — and former chief — calling allegations of corruption during her term as head of state “a sort of fantasy.” (AP Photo/Rodrigo Abd)
  • Quando, a inizio dell’anno 2020, scoppiò la pandemia di COVID-19, molte nazioni del mondo e le più grandi compagnie farmaceutiche si lanciarono in una corsa frenetica a chi produceva per primo il vaccino. La Russia di Vladimir Putin arrivò prima, col suo vaccino Sputnik V. Ma gli scienziati dell’Istituto Gamaleya che lo hanno sviluppato non hanno mai mostrato i dati relativi alla sua sicurezza e alla sua efficacia.
  • Allora come mai il governo dell’Argentina ha approvato il vaccino Sputnik e lo ha utilizzato per vaccinare i suoi concittadini? Il Cremlino ha esercitato pressioni affinché il governo di Buenos Aires approvasse il vaccino? E cosa gli ha dato in cambio in governo argentino?
  • La strategia del Cremlino è chiara. Dato che gli enti di supervisione internazionali sono giustamente esigenti, si rivolge a singoli Stati amici dove è più facile fare approvare lo Sputnik, e in cambio permette a quegli Stati di produrre in casa loro il vaccino. Tutti ci guadagnano, e tutti sono contenti.

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