Questa settimana il governo presenterà la sua proposta per la struttura di gestione del Recovery Fund. Ieri si è svolto un vertice di governo sull’argomento convocato dal premier Giuseppe Conte, a cui hanno preso parte i capi delegazione di maggioranza, cioè il ministro della giustizia Alfonso Bonafede (M5S), il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini (Pd), la ministra Teresa Bellanova (Italia Viva), insieme ai ministri Roberto Gualtieri ed Enzo Amendola, e al sottosegretario di Palazzo Chigi, Riccardo Fraccaro.

Il ministro per le Politiche Ue Enzo Amendola ha detto: «La maggioranza lavora coesa sulla governance del Recovery plan, come voluto da Bruxelles e secondo i tempi stabiliti».

Il governo cerca così di allontanare le voci su un possibile rimpasto e invece punta il dito contro il veto di Polonia e Ungheria: «L’allarme reale - ha proseguito - è rappresentato dal veto di Polonia e Ungheria che rischia di far slittare le scadenze per tutti e 27 i Paesi».

La struttura di governance rientra «tra gli elementi richiesti dal’Unione» e dovrà garantire «L'immediata attuazione del Piano di ripresa e resilienza per evitare inutili e dannosi ritardi nel rilancio del Paese», per questo «Invieremo al Parlamento la proposta del governo così come abbiamo fatto, unici in Europa, per le linee guida del piano».

La discussione ha avuto come centro l’ipotesi di un coinvolgimento diretto di Palazzo Chigi, del ministero dell’Economia, dello Sviluppo e delle Politiche Ue, ma ancora niente è stato deciso. Nell’attuale legge di bilancio c’è un passaggio su come inquadrare il Recovery Fund e sulla base di questo potrebbe essere elaborato un emendamento con la nuova struttura. Ancora però non è stata presa la decisione definitiva.

Il vice segretario del Pd, Andrea Orlando, nella serata di ieri ha detto rispondendo a Stasera Italia, su Rete4: «Tra le richieste che avevamo fatto, c'è anche quella di iniziare ad affrontare il tema di una struttura per la gestione del Recovery fund e oggi se n'è iniziato a parlare. Siamo soddisfatti di questo, vediamo cosa ne uscirà fuori».

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