Il sindaco risponde al vicepremier che aveva detto che l’evento non deve essere vietato: «Il problema non è esprimere le idee, che vanno tutte discusse, ma quelli sono solo slogan». Tra gli organizzatori anche un italiano. Ancora segreto il luogo del ritrovo, regole rigide anche per il dress code
Quattrocento persone a discutere di come rendere mainstream il concetto di remigrazione e di come il loro progetto possa fare breccia all’interno dei partiti di destra tradizionali. Questo è quello che gli organizzatori si aspettano dalla prima convention europea del Remigration Summit che dovrebbe svolgersi nei dintorni di Milano il prossimo 17 maggio. Al momento l’unica certezza resta la data e il fatto che, come ha detto tirando un sospiro di sollievo il sindaco del capoluogo lombardo, Beppe Sala, l’evento, quasi sicuramente, «non sarà a Milano e questa cosa mi fa solo piacere».
Qualche ora prima il leader della Lega, Matteo Salvini, che gli organizzatori del summit, in una riunione raccontata da Domani, hanno indicato come uno dei loro principali “alleati”, aveva detto: «Non so cosa sia, ma non penso vada impedito. Non vietano le adunate delle estreme sinistre, non vedo perché dovrebbero vietare altre iniziative».
Di tutt’altro parere Sala: «Il problema non è esprimere le idee, che vanno tutte discusse, ma quelli sono slogan, come all’epoca è stato solo uno slogan dire “rimanderemo a casa 600mila immigrati”. Come sono slogan quelli trumpiani, così non si va da nessuna parte».
Il fronte italiano
Al di là delle polemiche l’adunata dell’onda nera preoccupa. Tra le persone che la stanno organizzando c’è anche un italiano: il comasco Andrea Ballarati, presidente dell’associazione Azione cultura tradizione.
L’organizzazione, che si definisce come una comunità militante identitaria tradizionalista, da tempo partecipa a manifestazioni all’estero che hanno al centro il tema della remigrazione. Ma organizza anche banchetti informativi nelle piazze italiane contro le persone migranti e le persone della comunità Lgbt.
Ballarati, sui canali social, utilizza il motto «identità, disciplina, futuro». Loda le politiche dell’Ungheria di Viktor Orbán, detesta quello che definisce il «potere giudiziario» e condivide i post degli alleati nella battaglia contro le persone migranti.
Come il generale Roberto Vannacci, eurodeputato che ha preso la tessera della Lega al recente congresso di Firenze del partito, e Alessandro Corbetta, capogruppo dei salviniani in regione Lombardia. Entrambi sostenitori del progetto della remigrazione.
Ma da Milano ha postato un video anche l’attivista belga di estrema destra Dries Van Langenhove, in città per l’organizzazione del summit. Ex membro della Camera dei rappresentanti del Belgio ed ex deputato del Vlaams Belang, ora a capo del movimento di destra nazionalista Schild & Vrienden. Come ha ricordato l’Osservatorio democratico sulle nuove destre in Italia, Van Langenhove ha, nel curriculum, una condanna a un anno di carcere, una multa di 16mila euro e l’interdizione per dieci anni per aver violato le leggi contro il razzismo e la negazione dell’Olocausto. Dell’organizzazione fanno parte anche Sebastian Nielsen del Movimento Identitario danese e Alfonso Gonsalves di Reconquista portoghese. Annunciati anche il movimento fiammingo Schild & Vrienden e quello svizzero di Junge Tat, Giovane Azione.
L’organizzazione
Nella riunione di preparazione ascoltata da Domani è stata fatta una lista di chi sarà presente: politici, partiti, influencer e analisti politici. La location, a oggi, resta segreta: «Vi sarà rivelata al momento opportuno, uno o due giorni prima dell’evento, sarà mandata una mail in modo sicuro insieme a un Qr code da far vedere all’ingresso». Ma gli organizzatori continuano a dire che «l’evento si terrà a Milano dalle 14 alle 19. La miglior area dove dormire è vicino a Malpensa». Attenzione anche al dress code: «Non siamo di sinistra, quindi ci aspettiamo un’apparenza appropriata. Vi forniremo, a tempo debito, anche le indicazioni».
Salvini ha detto di non sapere «cosa sia». Bizzarro visto che la parola d’ordine del summit, remigrazione, è stata utilizzata a più riprese anche dai militanti leghisti, come nel caso della Lega giovani Como che ha ripreso le posizioni dell’AfD e di altre sigle nere.
Intanto a Milano, città medaglia d’oro della Resistenza, si sta organizzando la piazza antifascista “Milano città aperta”.
Lo slogan della giornata sarà “Uniti contro il Remigration summit. Nessuno spazio per l’odio”. Hanno già aderito tutti i partiti del centrosinistra cittadino, sindacati e associazioni. Una piazza che rivendicherà a gran voce i valori dell’antifascismo, contro le derive autoritarie e nazionaliste portate avanti dai gruppi neonazisti e neofascisti.
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