Domani ha ascoltato la registrazione di una riunione degli organizzatori dell’evento che si terrà il 17 maggio nei pressi di Milano. Ecco i loro piani, si parla anche della Lega
Il loro sogno: una deportazione di massa nei paesi di origine. La chiamano “remigrazione”, un concetto che ormai è patrimonio lessicale anche nei partiti della destra estrema di governo, come in Germania con l’AfD, o con la Lega in Italia.
Un termine talmente in voga che sarà al centro di un evento organizzato in Lombardia, avvolto ancora dal mistero: si conosce la data, si sa qualcosina degli organizzatori, ma pochissimo sul luogo. Insomma, sul Remigration Summit 2025 di certo c’è che si farà il 17 maggio.
Ora però Domani è in grado di rivelare come si stanno muovendo i capi della macchina organizzativa, i loro agganci con la destra di governo e le protezione che sostengono di avere. Il nostro giornale ha ascoltato l’audio di una riunione interna avvenuta online intorno al 2 maggio. I partecipanti erano tutti membri dell’estrema destra europea che si riunirà nei dintorni di Milano per il Remigration Summit. E hanno preferito non rispondere alle domande che gli abbiamo rivolto.
Quello del 2 maggio è stato non solo un punto sugli aspetti logistici della giornata, ma anche sulle pratiche con cui i gruppi neonazisti, neofascisti e xenofobi europei intendono portare alla ribalta il concetto di remigrazione: l’espulsione di massa da un paese di tutte le persone migranti; anche con regolare permesso di soggiorno. I registi di questa kermesse nera sono Andrea Ballarati di Azione Cultura Tradizione, lo xenofobo austriaco Martin Sellner, l’attivista di destra Eva Vlaardingerbroek e il politico della National Front francese Jean Yves Le Gallou.
Patrioti al sicuro
In apertura sono state definite le questioni logistiche: per gli organizzatori saranno benvenuti i «media indipendenti». Quindi i partecipanti si sono soffermati, a più riprese, sulla questione della sicurezza all’interno dell’evento: «Ci sarà una sicurezza totale del luogo sia in termini logistici che fisici». Ma non solo, «ci saranno controlli sulle identità all’ingresso».
«E se ci fossero interventi della polizia?», ha domandato qualcuno via chat. Gli organizzatori hanno risposto sicuri e baldanzosi: «Ti assicuro che le autorità locali non interromperanno l’evento». Il tono è quello di chi è certo di avere piena agibilità in territorio italiano. Infatti dopo poco è arrivato l’affondo: «È meglio, per noi, farlo in Italia. In Inghilterra sono molto restrittivi con i patrioti, a noi non è nemmeno concesso entrare, saremmo rifiutati».
L’Italia, a più riprese, viene citata come posto sicuro per un raduno di estrema destra. Inoltre viene citata la Lega, alleata indiscussa: «Il supporto di partiti di destra, principalmente dalla Lega – tutti quanti conoscerete Matteo Salvini – è stato il primo partito in Italia ad utilizzare il termine remigrazione. Poi hanno iniziato a usarlo sempre di più. Questo dimostra quanto il termine sia diventato importante nel dibattito politico in Italia».
Quindi è stato analizzato l’impatto che l’evento avrà. Protagonista involontario il sindaco di Milano, Giuseppe Sala: «Senza il sindaco di Milano che minacciava di espellerci non ci sarebbe stata questa vittoria politica. Grazie a lui i partiti di destra usano il termine remigrazione».
Programmi europei
A questo punto i partecipanti alla riunione hanno avviato un’analisi politica: «Il summit è importante perché rende la remigrazione mainstream e dunque il termine ancora più conosciuto e potente in Europa. Pensiamo che tutti gli altri eventi di destra e conservatori siano troppo liberali, per come si ponevano». Quello di cui c’è bisogno, per loro, è «un appuntamento per la destra identitaria. Per la destra vera e pura. Per definire la remigrazione».
E come farlo? Gli organizzatori hanno un programma ben preciso: «Uno: definire il concetto di remigrazione. Due: comunicarlo ponendoci come avanguardia perché, tra quattro anni, i partiti di destra possano portarlo all’interno del dibattito».
E anche l’obiettivo è chiaro: «Arrivare ad avere politiche di remigrazione. Non ci interessa solo fare teoria. Attraverso la conferenza vogliamo creare un piano d’azione per inserire il concetto di remigrazione nelle politiche europee. Stiamo cercando di modellare i nostri partiti nazionali». Molte le domande che si aprono, dunque: la certezza di essere protetti in Italia è stata assicurata da persone che fanno parte dell’ordine pubblico? Come è stato possibile autorizzare un raduno di estrema destra europea che ha come obiettivo dichiarato quello di influenzare il programma della politica? Quanto la Lega di Salvini è legata a questo summit e ai suoi partecipanti? Come risponderanno amministratori, politici e forze dell’ordine a queste dichiarazioni d’intenti dell’estrema destra europea?
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