Il vice presidente dei Cinque stelle della commissione Esteri della Camera, Pino Cabras, va alla guerra contro Renzi. Ha presentato un’interrogazione sugli affari arabi dell’ex premier, trovandosi però abbandonato. L’ufficio stampa della Camera del gruppo riferisce di non saperne niente e “fonti” del Movimento 5 stelle lo hanno accusato di «cercare quindici minuti di notorietà» dicendo che la sua mossa è «una sciocchezza». Lui però non demorde: «Non so chi lo ha detto, ma è lì e non la ritiro neanche con le cannonate» dice a Domani.

L’interrogazione

Il parlamentare ha deciso di rendere pubblica l’interrogazione con un post su Facebook. Nel testo si legge: «Il quotidiano Domani ha riportato la notizia circa un ruolo del senatore Matteo Renzi nell’Advisory board (Comitato di consulenza) del Future Investment Initiative (FII)» collegato a Mohammad bin Salman. «Per il suo ruolo di consulenza presso l’FII il senatore Renzi riceverebbe un compenso di circa 80mila dollari all’anno, oltre a tutta una serie di benefit, tra cui la disponibilità di jet privati nei suoi viaggi da e per l’Arabia saudita» aggiunge riportando i dettagli emersi.

Ma Renzi, ricorda, oltre a essere membro della Commissione Affari esteri del Senato, è il leader del partito Italia Viva «che fino a pochi giorni esprimeva alcuni ministri e sottosegretari e il cui ruolo è stato talmente determinante e delicato da provocare una crisi di governo», per Cabras «risulta quantomeno meritevole di una forte preoccupazione il fatto che una persona che ricopre un ruolo politico-istituzionale di così alto livello e sensibilità nella Repubblica italiana possa al contempo ricevere compensi da uno Stato straniero».

Gli equilibri

Rispetto agli attacchi tramite dichiarazione dei parlamentari che circolano in queste ore, l’interrogazione di Cabras è un segnale molto più forte. «La mia è un’iniziativa personale», spiega, «non credo che arrivi a influire sulle consultazioni del Quirinale, ma mi è sembrato opportuno rimarcare che nel pieno della crisi di governo c’è questo fatto che è abbastanza singolare: io vorrei ricordare che la struttura che elargisce emolumenti a Renzi appartiene al fondo sovrano dell’Arabia saudita, usato per comprare asset in giro per il mondo. A me sembra un fatto per lo meno degno di attenzione pubblica». Sull’uso che Renzi fa della sua immagine di senatore ed ex premier: «Per me c’è un conflitto di interesse. Siamo di fronte a una persona che vanta di poter influire e ci riesce sugli equilibri di governo e che ha relazioni di questo tipo a livello internazionale. Il problema è molto grande e molto evidente. Il fatto mi sembra macroscopico». Il Movimento 5 stelle spera di arrivare a un Conte ter, per Cabras i voti di Italia viva «sono importanti e di peso nella maggioranza, ma non devono essere nella condizione di imporre ricatto alcuno. Devono accettare un contratto di governo». Lui non nega che si discuta anche con Renzi: «Ma non ci deve essere ricatto, altrimenti il controricatto, ma non è ricatto, è un principio si va a elezioni». Resta il fatto che per ora i numeri senza il gruppo di Italia viva non ci sono: «Questo influenza le decisioni. Un conto è influire, un conto è ricattare e va respinto. Tutto dipende da quanto siamo consapevoli della nostra forza. Se facciamo valere il nostro peso parlamentare tutti ne dovranno tenere conto».

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