«Chi ha paura del Riformista? Forse hanno paura che facciamo qualche polemicuccia?», così Matteo Renzi ha presentato sui social il suo debutto da direttore del quotidiano, giornale edito dall’imprenditore napoletano Alfredo Romeo, uscito in edicola il 3 maggio.

E così adesso, il leader di Italia viva non è più solo senatore, capo partito, e consulente per l’Arabia Saudita, è infine anche alla testa di un mezzo di informazione. Direttore responsabile con lui, l’ex deputato di Forza Italia Andrea Ruggieri.

Nel primo numero dell’era Renzi oltre all’editoriale con «abbraccio a Silvio Berlusconi», a pagina due i suggerimenti a Giorgia Meloni con titolone Si può dare di più. Il decreto lavoro ha «la direzione giusta», si legge nel sommario dell’articolo. Con un pezzo dopo per parlare del taglio delle tasse che ha fatto il passato governo Renzi.

A pagina cinque un gigantesco fotomontaggio di Marco Travaglio in ginocchio davanti Giorgio Napolitano: L’immagine che non vedrete mai. Subito sotto, l’attacco al senatore, avversario politico ed ex magistrato, Roberto Scarpinato (M5s): Il discorso di Scarpinato che non leggerete mai, firmato da Ruggieri.

In mattinata, Renzi ha ricevuto la telefonata di Fiorello in diretta a Viva Rai 2: «Ha anche cambiato la R del giornale», ha detto il conduttore, e ha scherzato: «Sarà venduto anche negli autogrill?». Riferimento all’incontro del senatore con l’ex spia Marco Mancini rivelata da Report.

L’editoriale e Spalletti

Per Renzi dirigere un giornale non è un’anomalia: «La porta girevole fra giornalismo e politica non è una novità di Matteo Renzi», ha detto la sera prima della pubblicazione rispondendo a Bruno Vespa. Il suo obiettivo, si legge in prima pagina, è dare «spazio alle idee riformiste. Che vengano dagli amministratori del centrodestra o da Forza Italia (a proposito: un abbraccio e i migliori auguri a Silvio Berlusconi) o che siano espressioni del Pd che non si rassegna alla svolta radicale o del Terzo Polo», di cui fa parte.

In prima un’immagine del Napoli, titolo Napoli Campione. ‘O miracolo di Spalletti. Renzi, oltre ad avere l’editore campano, è stato eletto senatore nel plurinominale anche lì, poi ha preso il seggio a Firenze. All’interno del giornale, oltre all’editoriale, firma anche il pezzo ’O surdato ‘nnamurato (canzone inno non ufficiale del quasi terzo Scudetto, ndr): Spalletti e l’impresa scudetto a Napoli, con intervista all’allenatore. In tutto 12 pagine con contributo finale di Claudio Velardi, lobbista presidente della fondazione Ottimisti e razionali.

Contro i giornalisti

Il leader di Italia viva, nonostante adesso diriga un giornale, non ha perso il suo spirito anti-giornalisti. Nel primo giorno della XIX legislatura aveva mandato ironicamente gli auguri di compleanno al direttore del Fatto quotidiano, Marco Travaglio, che ha querelato varie volte.

Nel primo numero del giornale da lui diretto, continua ad attaccarlo, questa volta per la sentenza sulla trattativa stato-mafia, per cui sono stati assolti in via definitiva i Ros coinvolti e il fedelissimo di Silvio Berlusconi, Marcello Dell’Utri. Non i mafiosi. La Cassazione per le posizioni di Leoluca Bagarella e Anotonio Cinà, condannati in secondo grado rispettivamente a 27 anni e 12 anni, ha riqualificato i reati di violenza e minaccia a un corpo politico dello stato nella forma del tentativo, e così sono andate in prescrizione.

Travaglio ha raccontato in più occasioni delle intercettazioni delle conversazioni tra l'ex capo dello stato Giorgio Napolitano e l'ex ministro Nicola Mancino durante le indagini. Ma La Consulta ha bocciato l’azione della procura di Palermo e ne ha ordinato la distruzione.

Per questo Renzi ha deciso di pubblicare l’immagine realizzata con l’intelligenza artificiale (di cui Renzi è entusiasta) in cui il direttore del Fatto si inginocchia davanti all’ex capo dello stato: «A questo punto mi aspetterei che dopo dieci anni Travaglio venisse in televisione e dicesse “scusate, ho sbagliato”. Siccome lui non lo farà, domani (ha detto il 2 maggio, ndr) metteremo una foto gigantesca sul Riformista», ha detto su Rai 1.

Quando Beppe Grillo nel 2013 sul suo Blog aveva lanciato la caccia ai giornalisti ostili al Movimento, Renzi aveva accusato il comico: «Io - aveva detto a La7- non posso accettare che l'imbarbarimento della politica porti a insultare i giornalisti. Beppe Grillo, non hai sempre ragione tu. Puoi anche rispettare gli altri».

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