Il Dpcm del 15 gennaio si avvicina e sono molte le attività che aspettano di conoscere il loro destino: il governo per ora ipotizza una riapertura per l’attività sportiva individuale, quindi sì a palestre e piscine, ma no al pubblico negli stadi. Allo stesso modo per quanto riguarda le attività culturali, sì alla riapertura dei musei, ma ancora no per gli spettacoli dal vivo e i cinema.

Sport 

I dati non sono incoraggianti come in occasione delle riaperture estive e l’esito delle festività si misurerà a partire dalla prima settimana di gennaio: «Confido che entro fine gennaio tutta l'attività sportiva potrà riprendere in condizioni che il Cts indicherà, ovviamente con tutte le limitazioni per la sicurezza» ha detto il ministro per lo Sport e le politiche giovanili, Vincenzo Spadafora, su Rai3. Per palestre e piscine «penso proprio di sì. Stiamo lavorando con il Cts. È un obiettivo raggiungibile, dobbiamo vedere i dati. Credo sia assolutamente possibile riaprire entro la fine gennaio palestre, centri danza e piscina», ha aggiunto. Al contrario il rientro dei tifosi allo stadio è fuori discussione: «Escludo che a gennaio ci possa essere questa possibilità». Prossimamente, confermano a Domani, ci sarà un incontro sulle piscine, e nei giorni successivi seguiranno incontri per tutte le altre discipline. Per ogni attività andranno stabilite delle regole, dall’uso degli spogliatoi al cloro nell’acqua.

La macchina del pubblico è troppo complessa: «Ognuno spera di poter riprendere i propri hobby e le proprie attività professionali, il tema che all'interno di uno stadio da 60mila posti non sia un problema averne 20mila è relativo – ha detto il ministro in tv - avere tutta questa gente che va nella stessa direzione nello stesso orario significa dover fare una serie di controlli, intensificare il sistema dei trasporti: significa gestire una macchina che in questo momento non è prioritaria rispetto ad altre cose prioritarie per la ripartenza del Paese come ad esempio scuola e sistema industriale».

Cultura

Il ministero dei beni culturali è ancora più cauto. Finora il ministro per i Beni Culturali Dario Fransceschini non si è espresso pubblicamente. Già l’estate scorsa, ricordano dal ministero, in coincidenza di un calo di contagi ben più marcato, il governo aveva deciso di riaprire gradatamente.

Nei musei si può accedere a gruppi ristretti, inoltre la permanenza è di fatto più breve, perciò si potrebbe ripartire già dal 15 gennaio, anche se sempre con ingressi contingentati e rigidi protocolli di sicurezza e distanziamento.

Altro discorso per lo spettacolo dal vivo. Così come per gli sport con il pubblico si rischia di creare un aumento dei trasporti in determinate fasce orarie, gli spettacoli hanno in più il problema di doversi conciliare con i coprifuoco. Sia nei teatri che nelle sale, inoltre, è inevitabile una permanenza per più ore negli stessi spazi chiusi. Di fronte a queste difficoltà, il Dpcm fisserà un rinvio delle riaperture di cinema e teatri. Se sarà possibile si elaborerà un calendario per il riavvio degli spettacoli, comunque con il ritorno del limite di spettatori e il distanziamento. Ma per ora, appunto, si tratta solo di ipotesi e il Cts dovrà dire la sua davanti ai dati relativi al contagio.

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