La leader ottiene la richiesta di «revisione radicale» di ReArm Europe. I suoi cantano vittoria, gli “avversari” anche. Lo scontro è rimandato. In molti chiedono un chiarimento interno, e la segretaria ci pensa
Fino a qui tutto bene. A differenza di quello che è successo una settimana fa a Strasburgo, la delegazione dem divisa a metà sul piano ReArm Eu – 11 astenuti, 10 sì, uno sfiorato cappotto per la linea della segretaria – mercoledì al voto sulla risoluzione sulle comunicazioni della premier in vista del Consiglio europeo, il Pd non si spaccherà. Martedì al Senato i dem hanno presentato un testo unitario, che però al voto non è arrivato, è stato «precluso» dal sì alla risoluzione trumpista del gove



