Le regioni festeggiano: l’obbligo di didattica in presenza dal 7 gennaio per le scuole superiori scenderà al 50 per cento. Lo ha detto il presidente della conferenza delle regioni Stefano Bonaccini: «L’accordo su un rientro nelle scuole superiori al 50 per cento dopo le feste natalizie è un punto di partenza positivo e promettente. Un segnale di speranza per tutte le famiglie che in queste settimane drammatiche stanno facendo sacrifici che meritano il massimo impegno delle istituzioni».

Salta così la ripresa in presenza del 75 per cento degli studenti in classe dalle prime alle quinte superiori, così come previsto previsto dal Dpcm del tre dicembre. Questo quanto stabilito dalla Conferenza Unificata di oggi pomeriggio. «L’obiettivo della ripresa della didattica in presenza è prioritario», ha ripetuto ancora una volta Bonaccini, ma passa dalla ripartenza a ranghi ridotti: «Con l'esecutivo abbiamo così condiviso un percorso fondato su alcuni pilastri fondamentali». 

Fra questi, «il ritorno della didattica in presenza che, attraverso un’ordinanza del ministro della Salute, consenta di partire dal 7 gennaio con una soglia comune del 50 per cento in tutte le Regioni. Con la speranza e l'auspicio di veder crescere questa percentuale, sulla base di uno stretto controllo della curva epidemiologica». L’unica cosa che può agire sul Dpcm che fissa il 75 per cento, è infatti un’ordinanza del ministero della Salute e il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia ha promesso che arriverà. il Dpcm scade il 15 gennaio, e sia il governo che le regioni si prenderanno così qualche giorno in più per rivalutare per allora un rientro al 75 per cento per le scuole superiori. Di presenza al cento per cento ancora non si è parlato. Peserà l’andamento dei contagi. Il consulente del ministero della Salute Walter Ricciardi ha già invitato alla cautela.

Per gli orari di ingresso si lavora ancora, il nodo trasporti non è superato: «Nelle linee guida – ha concluso Bonaccini - si punta, attraverso un’attività di collaborazione con i prefetti, a una rimodulazione dell'orario di entrata e uscita delle scuole secondarie di secondo grado, che consenta una riprogrammazione dei servizi di trasporto pubblico locale e regionale in un’ottica di sicurezza e sostenibilità».

La ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, ha glissato sulla riduzione del numero di studenti previsti in classe ma si è detta soddisfatta perché ci sarà un sistema di tracciamento dei contagi apposito.

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