La ministra della Famiglia Eugenia Roccella riaccende lo scontro con Laura Boldrini, deputata Pd ed ex presidente della Camera da sempre attenta al tema delle pari opportunità. Durante un dibattito ad Atreju, la festa di Fratelli d’Italia in corso in questi giorni a piazza del Popolo, Roccella ha spiegato che non si sa cosa pensi «la sinistra della denatalità, non vedo una sola parola» a proposito nei discorsi di Stefano Bonaccini ed Elly Schlein, i due candidati alla segreteria del Partito democratico.

Secondo la ministra, la famiglia «è molto maltrattata» per problemi che non dipendono solo dal welfare, ma sono «culturali»: «Non c'è più l'idea che i figli siano una ricchezza, non c'è più il valore sociale della maternità. Il problema è ripristinare una cultura favorevole alla genitorialità e all'apertura al futuro: è fondamentale, senza non potremo invertire il trend che sta facendo diventare l'inverno demografico un vero e proprio inferno demografico».

Un problema che il governo, ha detto Roccella, sta cercando di affrontare con «misure ponte» in attesa di interventi strutturali. Per il momento, la ministra ha elencato «l'aumento dell'assegno unico e la riduzione dell'Iva sui beni di prima necessità per l'infanzia».

La ministra ha attaccato anche la commissaria europea per l’Uguaglianza Helena Dalli «che ha detto che io confondo la biologia con i diritti. Ma si parla dei diritti dei bambini? Delle donne sfruttate con l'incivile pratica dell'utero in affitto, con la compravendita di gameti e ovociti?»

La proposta di Boldrini

Ancora più grave, secondo la Roccella, la proposta di Boldrini di ritoccare l’articolo 37 della Costituzione in cui si tutela la maternità: «Nella Costituzione la maternità è protetta e oggi la Boldrini vuole abolire questa protezione: la sinistra ha tanto difeso la Costituzione e poi vuole abolire la protezione della maternità. In una intervista ho detto che un figlio nasce sempre da un uomo e una donna e dal sito del Pd hanno commentato che è una “banalità elettorale”. Mi chiedo cosa pensano nel Pd: che ancora i figli nascano dalle cicogne? È un dato di fatto ineliminabile e ancora non eliminato».

La proposta di Boldrini è un tentativo di riformulare la tutela del figlio in senso più paritario, in termini di «condivisione delle responsabilità familiari e genitoriali degli uomini e delle donne».

L’ex presidente della Camera, sentita da Domani, risponde alla ministra: «Da chi sarebbe maltrattata la famiglia?» Secondo Boldrini, se si vuole lottare contro la denatalità bisogna «garantire un futuro, un lavoro stabile e dignitoso alle donne». Di cui però, a suo avviso, non c’è traccia nella prima manovra del governo Meloni. 

Per quanto riguarda la proposta di legge sull’articolo 37, secondo Boldrini l’intento è quello di «allargare il perimetro della protezione. Per la destra la famiglia è una questione che cade in capo alle donne. Per me la responsabilità genitoriale va condivisa». La deputata dem spiega anche che vorrebbe «che le condizioni lavorative permettessero a lavoratori e lavoratrici di adempiere entrambi alle funzioni genitoriali». 

Le critiche delle femministe

Secondo alcune femministe, un intento che rischia l’effetto boomerang. Per Marina Terragni, per esempio, si tratta di «una mossa in senso paritario, che appiattisce le differenze tra la madre e il padre e paradossalmente va a supportare – addirittura in Costituzione - il paritarismo aggressivo dei padri separati à la Pillon che da anni sta mettendo in croce centinaia di madri accusate delle più svariate attività alienanti». 

La proposta sulla carta non dovrebbe avere il sostegno necessario in parlamento, ma dal punto di vista di Terragni rischia di finire per essere sostenuta proprio dai partiti di maggioranza che in passato sono stati particolarmente vicini ai padri separati che sostenevano di essere stati penalizzati dalle ex compagne. 

Un’obiezione che secondo Boldrini non sta in piedi, perché dal suo punto di vista lo scopo della proposta è quello di «far ricadere su entrambi i genitori la responsabilità di un figlio». 

Roccella è nota per le sue posizioni pro-famiglia e la sua interpretazione del diritto all’aborto garantito dalla legge 194 è in linea con quanto promesso da Giorgia Meloni in campagna elettorale, ossia un’applicazione della «prima parte» della legge, in termini di sostegno alle donne che abortirebbero per motivi economici. 

© Riproduzione riservata