«Sono dispiaciuto e un po' sorpreso» dalla reazione del Pd alla mia candidatura a sindaco di Roma, «non capisco, avevo avvertito tutti e spiegato fin da subito che desidero fare una cosa più ampia possibile. Mi spiace non si colga il fatto che mi sembra di rispondere a una chiamata dell'area vasta del centrosinistra». Così l'ex ministro e leader di Azione Carlo Calenda in un'intervista rilasciata a La Stampa.

No alle primarie

Quello alle primarie, per scegliere il candidato sindaco, non è «un no per principio – continua Calenda –. Siamo in una fase in cui non possiamo andare a cena in più di sei e organizziamo i gazebo? O aspettiamo la primavera prossima e intanto discutiamo tra di noi? A parte il fatto che si era detto che se a Roma ci fosse stato un candidato di peso, si potevano non fare le primarie», e «io ho fatto il ministro in governi del Pd», quindi «penso di essere una figura pubblica riconoscibile a Roma».

Delle primarie: «Ne parlerò con Zingaretti – ha proseguito Calenda –. Ho intenzione di chiedergli un appuntamento nelle prossime ore». E se il Pd non lo sostenesse? «Io ormai sono in campo – risponde Calenda –. Ma penso troveremo una quadra».

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