Gualtieri può attendere, anzi deve. Per Roma il Pd è ancora in pressing su Nicola Zingaretti. Le resistenze del presidente della Regione potrebbero cadere solo se ci fosse un accordo di ferro con i Cinque stelle per non consegnare la regione dalle destre. Ma nel movimento non c’è nessuno che può fare davvero da garante
- Slitta a venerdì la riunione che deve varare il regolamento per le primarie della Capitale. Ufficialmente serve più tempo per accogliere tutte le richieste degli alleati. In realtà serve tempo: queste sono le ultime ore per convincere il presidente della Regione.
- Letta sa che la sua possibilità di costruire «il nuovo Pd» passa dal successo alle amministrative. Il dossier delle città è affidato all’ex ministro Boccia. Ieri un autorevole esponente dem parlava di «48 ore prima di chiudere».
- L’ex ministro dell’economia dunque resta in stand by. Chi gli è vicino si trincera dietro un «Roberto fa quello che dice il partito». E nega che l’annuncio della corsa possa arrivare in settimana.
Era annunciata per domani, giovedì sera, la riunione del tavolo del centrosinistra romano che doveva varare il regolamento per le primarie del 20 giugno. Da lì a breve dovranno partire le raccolte di firme per le candidature. Ma soprattutto quella riunione sarà l’ultimo passo formale prima che venga lanciata la corsa Roberto Gualtieri, ex ministro dell’economia del governo giallorosso e all’epoca uomo ponte fra Pd e Giuseppe Conte. Da tempo Gualtieri si considera il candidato in pectore per il



