Non è bastato il no del patrocinio della Regione Lazio al Pride di Roma, ora anche il ministero della Cultura si sente di rassicurare i Pro Vita, che no, non ha dato il patrocinio allo spettacolo Romeo e Giulio che andrà in scena a Milano in occasione della manifestazione per i diritti Lgbtqi+.

L’associazione di ispirazione cattolica che si batte contro l’aborto e la presunta «iedologia gender» ha lanciato l’allarme e se l’è presa col ministero. La rilettura del dramma classico si William Shakespeare con due amanti dello stesso sesso per loro è un’iniziativa divisiva: «Che bisogno c’è di storpiare un capolavoro della letteratura britannica per motivi e messaggi ideologici? Se il mondo Lgbtqia+ vuole proporre l’ennesima iniziativa inneggiante il gender, dunque con dentro temi così divisivi, non può scrivere un copione e una sceneggiatura nuovi e originali? Prendere “in prestito” classici del teatro e della letteratura ci sembra più un motivo ideologico che davvero culturale, ecco perché ci aspettiamo il ritiro del patrocinio».

Il ministero, hanno accusato i Pro Vita, «non può essere complice della rilettura moderna ideologica e ridicolizzante, in chiave gender, del capolavoro». Ecco perché «chiediamo al ministro Gennaro Sangiuliano di ritirare il patrocinio». E il ministero ha ritenuto pure – anche se per vie ufficiose – di rassicurarli.

Fonti del Mic hanno riferito in serata che «non risulta concesso alcun patrocinio allo spettacolo», che è stato aggiunto al cartellone in occasione della manifestazione del prossimo 24 giugno.

Il MiC sostiene, come Organismo di programmazione prime istanze 2022/2023 della DG Spettacolo, l'impresa “Muse Solidali” che ha ricevuto nel 2022 un finanziamento di 40mila euro. Quest’ultima ha una sala presso l’Eco Teatro di Milano. Il ministero, in data anteriore all’insediamento dell’attuale Governo, e quindi quando c’era Dario Franceschini (Pd) ha concesso il finanziamento. Lo spettacolo in questione, specificano ancora, non era presente nel programma per il 2023. E i Pro Vita sono di nuovo accontentati.

 

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