Il segretario della Lega, Matteo Salvini, non può gioire. La sconfitta maggiore è quella del referendum sulla giustizia, per il quale si è impegnato personalmente molto più dei suoi generali. Il flop della partecipazione con il peggior risultato nella storia dei referendum dimostra che l’elettorato leghista, che ha disertato le urne tanto quanto quello degli altri partititi, non ha mai consolidato una adesione fideistica alla linea del Capitano. Sul pessimo risultato pesano una campagna referendaria ondivaga e mai decollata ma anche il fatto che gli argomenti dei quesiti risultassero contraddittori rispetto alle posizioni storiche della Lega in materia di giustizia.

La debacle numerica ma anche mediatica di Salvini apre l’annoso problema del possibile congresso leghista: tutto dipenderà dai maggiorenti delle regioni del nord – da Luca Zaia a Massimiliano Fedriga – e se decideranno di chiedere una resa dei conti con il segretario. A compensare parzialmente c’è l’esito positivo del centrodestra come coalizione alle amministrative in particolare di Genova, Palermo e l’Aquila.

Tuttavia, non si può parlare di successo individuale della Lega. Anzi, le amministrative hanno rinnovato la competizione interna al centrodestra con la rincorsa di Fratelli d’Italia al primato nella coalizione. Uno su tutti, pesa il risultato negativo in Lombardia: a Lodi la candidata leghista e sindaca uscente, Sara Casanova, ha dovuto cedere il passo al candidato di centrosinistra Andrea Furegato.

Così la Lega ha perso al primo turno in una delle sue regioni chiave, l’unico comune di medie dimensioni dove aveva un candidato di bandiera. A Como il candidato è di Fratelli d’Italia e a Monza di Forza Italia. La linea di Salvini è stata quella di parlare solo della coalizione: «Uniti si vince, divisi si agevola la sinistra», ha detto, aggiungendo che «le polemiche allontanano gli elettori» con un riferimento alle città – 15 in tutto – in cui il centrodestra si è presentato diviso. Difficilmente questo argomento basterà questo a tenerlo alla guida della coalizione e forse anche del suo partito.

 

© Riproduzione riservata