Il voto anticipato si fa sempre più concreto, ma sono ancora lunghi i giorni da far passare prima delle comunicazioni del presidente del Consiglio, Mario Draghi, al parlamento.

Per questo, nel centrodestra c’è il mandato imperativo di tenere i nervi saldi e la lingua a freno. Questa crisi ha visto un plastico cambio di strategia da parte dei leader, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi: quest’ultimo è tornato in campo alla guida di Forza Italia, dal suo ritiro in Sardegna segue tutte le fasi della crsi e il dialogo telefonico tra i due è diventato quotidiano.

Forza Italia e la Lega hanno scelto di allinearsi anche nelle dichiarazioni, con gli azzurri a recitare il ruolo più dialogante ipotizzando un nuovo governo senza Cinque stelle per mantenere ancorata la parte più centrista del partito e i leghisti invece più duri nel chiedere il voto. Alla fine, però, la nota politica esce in modo congiunto, a dimostrare che tra le due forze c’è comunione di intenti.

Chiusura ai Cinque stelle

Il comunicato ufficiale, da cui nessuno si discosta e anzi le dichiarazioni pubbliche dei dirigenti sono ridotte all’osso, esplicita un elemento fondamentale per Draghi: il centrodestra non è più disposto a stare in un governo con il Movimento di Giuseppe Conte. «Dopo quello che è successo, il centrodestra di governo vuole chiarezza e prende atto che non è più possibile contare sul Movimento 5 Stelle in questa fase così drammatica. Noi siamo alternativi», è la posizione congiunta di Salvini e Berlusconi. 

Fonti di Forza Italia ribadiscono la posizione di Berlusconi, che per primo a inizio di settimana aveva chiesto una verifica di maggioranza dopo lo strappo dei grillini alla Camera sul dl Aiuti. I passi seguiti sono solo una diretta conseguenza, viene spiegato. Nella lettura degli azzurri, infatti, è stato il Movimento con le sue scelte «irresponsabili» a mettersi fuori dall’esecutivo, rompendo anche il labile rapporto di fiducia rimasto con gli alleati. Di conseguenza, non esiste la possibilità di fare finta di niente, mantenendo i grillini nella maggioranza come se il mancato voto di fiducia non ci fosse stato.

A pesare nella valutazione è stato anche l’intervento in aula al Senato, in cui la capogruppo M5s Mariolina Castellone ha avuto parole dure di contestazione non del singolo provvedimento ma della linea politica tenuta dal governo. Tuttavia, Berlusconi è un politico che in trent’anni ha visto succedersi numerose crisi di governo poi rientrate, mentre Salvini ha il terrore del passo falso di un nuovo Paapete.

Per questo, nessuno dei due intende imporre accelerazioni, confermando la fiducia al premier e aspettando che sia lui a trarre le conclusioni. «Ascolteremo con rispetto e attenzione le considerazioni del Presidente Mario Draghi, che ha reagito con comprensibile fermezza di fronte a irresponsabilità, ritardi e voti contrari», aggiungono. Tradotto: non sarà il centrodestra a chiedere le urne assumendosene la responsabilità politica.

Silenziosamente, intanto, iniziano i preparativi per una possibile campagna elettorale lampo.

La Lega al nord è preoccupata, soprattutto dopo la drammatica tornata di amministrative, tuttavia dalla segreteria nazionale filtra la convinzione che sia meglio votare ora piuttosto che a dicembre. Lo stesso vale per Forza Italia: Berlusconi è convinto che la sua sola presenza basti a recuperare almeno un paio di punti, arrivando anche oltre il 10 per cento, inoltre un voto subito ucciderebbe in culla qualsiasi progetto centrista.

Rimane da sciogliere il nodo dell’alleanza con Fratelli d’Italia, ma da Arcore e via Bellerio si ragiona per gradi: la posizione ufficiale è l’alleanza di centrodestra è ancora assolutamente solida e in piedi, ma prima di discutere d’altro serve la certezza che le urne si apriranno ad ottobre.

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