- Matteo Salvini non arretra dalla sua posizione sul conflitto ucraino: contrario all’invio di nuove armi a Kiev, anche a costo di riunire il consiglio federale della Lega per deliberarlo.
- Sul fronte interno, la sensazione dentro la Lega è che Salvini stia provando ad assecondare i sondaggi che danno oltre al 50 per cento la posizione di chi non condivide la guerra.
- Le mosse di Salvini rispetto alla guerra in Ucraina sono da leggersi anche rispetto al dibattito in corso negli altri partiti di centrodestra europei e tra i repubblicani negli Stati Uniti, su posizioni simili alle sue.
Matteo Salvini non arretra dalla sua posizione sul conflitto ucraino: contrario all’invio di nuove armi a Kiev, anche a costo di riunire il consiglio federale della Lega per deliberarlo. La posizione, in conflitto con la linea fin qui seguita dal governo Draghi – che se Salvini ha apprezzato il fatto che il premier in visita in Usa «abbia insistito sul tema della pace» – è spiazzante per almeno due ragioni. Da un lato somiglia fortemente alla posizione sostenuta da Giuseppe Conte con il Movimen



