Il dilemma dei leghisti

Salvini evoca il voto, ma i governatori vogliono che il governo resista

Foto Mauro Scrobogna /LaPresse 13-07-2022 Roma, Italia Politica Lega - presentazione nuovo dipartimento eventi emergenziali e protezione civile Nella foto: Il Segretario della Lega Matteo Salvini Photo Mauro Scrobogna/LaPresse July 13, 2022 Rome Italy Politics Lega - presentation of the new emergency events and civil protection department In the photo: The Secretary of the Lega Matteo Salvini
Foto Mauro Scrobogna /LaPresse 13-07-2022 Roma, Italia Politica Lega - presentazione nuovo dipartimento eventi emergenziali e protezione civile Nella foto: Il Segretario della Lega Matteo Salvini Photo Mauro Scrobogna/LaPresse July 13, 2022 Rome Italy Politics Lega - presentation of the new emergency events and civil protection department In the photo: The Secretary of the Lega Matteo Salvini
  • Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha scelto di alzare i toni: nessun Draghi bis e, senza i grillini al governo, bisogna tornare al voto. Salvini, però, sottolinea che la sua posizione intransigente non è una spallata al governo ma una presa d’atto delle parole di Draghi.
  • Fonti ministeriali allontanano l’ipotesi di una crisi di governo, ribadiscono che la mossa del centrodestra di chiedere una verifica sia servita a riportare nei ranghi i Cinque Stelle e che, al voto al Senato, l’esito potrebbe anche essere quello di una nuova frattura del Movimento.
  • A fare da controcanto alle dichiarazioni apparentemente nette di Salvini, però, ci sono i governatori leghisti Luca Zaia e Attilio Fontana, che dopo un incontro con Draghi hanno chiesto che «il governo vada avanti».

  La resa dei conti è fissata nell’aula del Senato, dove tutte le forze politiche attendono la scelta del Movimento 5 stelle. Se voterà a favore del decreto Aiuti, anche a costo di auto smentirsi rispetto al voto alla Camera, il governo si può salvare. Se invece i Cinque stelle non parteciperanno al voto, la crisi di governo rischia di essere più vicina. Certezze, però, non possono essercene fino a quando i parlamentari di Conte non scopriranno davvero le loro mosse. Per questo, nell’attesa d

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