Mentre Matteo Salvini prosegue il suo tour elettorale per le amministrative del 12 giugno e fa comizi a Sesto San Giovanni, Como e Monza, a pochi chilometri di distanza inizia il processo a suo carico.

Davanti al tribunale di Milano, infatti, si è svolta la prima udienza per diffamazione aggravata ai danni di Carola Rackete, la capitana della nave Sea Watch 3, che approdò a Lampedusa con a bordo decine di migranti forzando il blocco imposto dall’allora ministro dell’Interno. 

Salvini dovrà rispondere delle parole scritte su Facebook tra il giugno e il luglio 2019, quando ha definito Rackete «complice di scafisti e trafficanti, sbruffoncella, criminale, ricca tedesca fuorilegge, delinquente, ricca e viziata comunista tedesca, zecca tedesca, comandante criminale».  La sua avvocata, Claudia Eccher, ha sostenuto che le parole rientrano nel contesto «della manifestazione del pensiero di azione politica», perchè «il linguaggio della Lega è caratterizzato da un cambio di paradigma linguistico, da un eloquio chiaro e diretto» e ha chiesto il proscioglimento, a cui si è opposto invece il pubblico ministero secondo cui «le offese non sono politica».

Il comizio di Verona

Salvini ha scelto di non essere in aula, ma l’eco del processo lo ha seguito anche nel suo giro dei comuni alla vigilia del voto: «Sono con l'animo nelle numerose aule di tribunali in cui sono imputato», ha risposto ai giornalisti. La data dell’inizio del processo è stata una coincidenza sfavorevole per il leader leghista. Il suo giro delle città, infatti, è terminato a Verona, dove in un incontro decisamente inatteso vista la freddezza degli ultimi mesi. 

«Io vado a Verona per sostenere un candidato di Fratelli d'Italia per dare un senso di unità nel centrodestra», ha detto il leghista prima del comizio, aggiungendo anche che il leader della coalizione «sarà chi prende più voti. In democrazia funziona così». Parole che non possono che far piacere a Meloni, che è salita sul palco con i pronostici positivi dei sondaggi, mentre Salvini è stato accompagnato dall’ombra delle vicende giudiziarie che risalgono al primo governo Conte.

Il processo Open Arms

Quello di Milano non è l’unico procedimento ancora aperto, che riguarda fatti avvenuti quando Salvini era ministro. Venerdì 17 giugno, infatti, proseguirà a Palermo il processo Open Arms, in cui è imputato per sequestro di persona e rifiuto d'atti d'ufficio per i fatti dell’agosto 2019 quando, da ministro dell'Interno, impedì lo sbarco di 147 migranti dalla nave dell’Ong.

Il processo è cominciato da qualche mese e il clima in aula è stato subito molto teso, con duri scontri tra la legale di Salvini, la senatrice Giulia Bongiorno, e i pubblici ministeri. La linea della difesa è di sostenere che «l'attività in mare era di pattugliamento finalizzato all'immigrazione clandestina. E che dunque il divieto di approdo che fu emesso da ben tre ministeri era assolutamente legittimo». 

L’estate di Salvini, dunque, si annuncia complicata sul fronte giudiziario, soprattutto per il processo Open Arms per il quale rischia una condanna fino a 15 anni. Dalla sua c’è già l’assoluzione per sequestro di persona nel caso della nave militare italiana Gregoretti nel 2021, contro cui cui però l’accusa ha annunciato ricorso.

 

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