Addio grillino fra polemiche e recriminazioni: dopo meno di due anni e 11 commissari straordinari, salta dalla giunta l’oncologo romano Bartolazzi, già sottosegretario del Conte I. Si era presentato ai sardi paragonandosi a Gigi Riva, «Rombo di tuono». La presidente ammette il passo falso e tiene per sé l’interim. Il Pd all’attacco: una campagna sulla salute sarda
Tanto poco rombò il tuono, che alla fine piovve. È stato giubilato, senza neanche i ringraziamenti di facciata, Armando Bartolazzi, l’assessore alla sanità della Regione Sardegna che aveva esordito alla sua nomina autodefinendosi appunto «Rombo di tuono della sanità»: e già era partito malissimo, perché non è una bella cosa appropriarsi del soprannome dell’indimenticabile Gigi Riva, mito calcistico, che per i sardi è un culto intoccabile. E anche un modello un po’ ambizioso.
La presidente Alessandra Todde dunque lo «solleva» dall’incarico. Lo fa con un comunicato scarno, in cui si limita ad aggiungere che lei stessa «ha assunto la carica ad interim fino alla nomina del nuovo assessore». C’è anche la nomina di un altro assessore, il progressista Francesco Agus, alla delega dell’Agricoltura e della Riforma agro-pastorale. In questo caso si avvicenda al predecessore Gianfranco Satta, che si era dimesso per dissapori con la forza che lo aveva espresso, appunto i Progressisti. Tornerà a fare il consigliere semplice.
Il Pd alla carica
Bartolazzi invece se ne va per la generale delusione verso il suo operato. Era stato fortissimamente voluto dalla presidente, benché romano – è oncologo all’Ospedale Sant’Andrea – perché a sua volta era stato il presidente Giuseppe Conte a garantire sulle sue referenze: durante la campagna del 2018 era stato indicato come potenziale ministro della salute di un eventuale governo monocolore giallo; poi si è dovuto accontentare di fare il sottosegretario del Conte I. Alla Regione Sardegna lascia una scia di occasioni perse: tant’è che un anno fa Todde è corsa ai ripari nominando 11 commissari straordinari in altrettante aziende ospedaliere. Incarico semestrale poi prorogato.
Intanto molte nomine di direttori generali sono contestate dall’interno della stessa maggioranza. E le liste d’attesa restano interminabili. Crolla l’assistenza nei territori. Todde per ora ha fatto sapere che ci pensa lei. Ma per quanto? In giunta si parla di febbraio, il Pd avverte che il periodo di supplenza centrale dovrà essere breve: nel frattempo ha fatto partire una campagna di mobilitazione proprio sulla sanità. Forse puntando all’assessorato. Da quando ha eletto nuovo segretario regionale Silvio Lai, il partito di maggioranza ha assunto una postura un po’ meno accomodante. Lai avverte che il prossimo assessore dovrà essere «un esperto nella organizzazione della sanità territoriale e dei sistemi ospedalieri».
«Senza me ridistribuiranno le poltrone»
Intanto Bartolazzi lascia fra le polemiche, esattamente come era arrivato. Senza di lui, ha detto in un’intervista alla Nuova Sardegna, l’Isola «perde un’opportunità», ora «ridistribuiranno le poltrone» e «la gente verrà fuori a curarsi». E ancora, in un crescendo: «Esco di scena: significa che la Sardegna non avrà mai più la possibilità di costituire un istituto di ricovero e cura a carattere scientifico, nemmeno fra trent’anni», la presidente lascerà il sistema sanitario «così com’è».
La presidente in realtà aveva fatto sapere che per lui era pronto un contratto da consulente. Scelta discutibile. Che però lui non accetta: avverte che, forse, per generosità, darà «una mano» ma solo «telefonicamente», «senza alcun vincolo contrattuale perché con una consulenza fissa in Sardegna mi dovrei licenziare» dall’ospedale a cui ha chiesto fin qui l’aspettativa, «e certo non mi conviene».
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