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Scommesse e ricatti sulla questione di fiducia

LaPresse
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  • La parola della giornata è “fiducia”; e in realtà è stata la parola del giorno almeno 27 volte, da quando c’è Draghi. Secondo la Costituzione, un governo sta in piedi se ha la “fiducia” del parlamento, se il parlamento gli dice «ok, il tuo programma mi piace, lavoriamoci insieme».
  • Se il governo si dimette, anzitutto il parlamento si assume la responsabilità di una crisi di governo, che non è cosa da poco. Ma poi, se il governo si dimette, delle due l’una: o si forma un nuovo governo, oppure tutti a casa.
  • L’astensione di parte della maggioranza politica consente l’approvazione della proposta governativa, ma non è certo quel «lavoriamoci insieme» che dovrebbe esserci per far stare in piedi un governo. 

La parola della giornata è “fiducia”; e in realtà è stata la parola del giorno almeno 27 volte, da quando c’è Draghi. Il motivo di un tale successo è presto detto: la questione di fiducia – chiamiamola col suo nome – è uno strumento formidabile, non c’è che dire. Secondo la Costituzione, infatti, un governo sta in piedi se ha la “fiducia” del parlamento, se il parlamento gli dice «ok, il tuo programma mi piace, lavoriamoci insieme». E questo il parlamento lo fa con la mozione di fiducia ini

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