- Tra graffe, strappi al protocollo e uno scontro sfiorato con il Quirinale, il presidente del Senato ha chiuso il primo mese a palazzo Madama senza davvero essersi abituato all’istituzione.
- Passata l’ebrezza dell’insediamento, La Russa ha scoperto subito che la sedia in velluto rosso è bella ma scomoda perché limita i movimenti. In questo primo mese lui si è dimenato, cercando di allentare le briglie degli obblighi imposti alla seconda carica dello stato.
- Che gli ori di palazzo Madama non facessero per lui – che per altro ha sempre amato più la Camera dove è stato eletto per sette mandati – lo ha dimostrato subito.
Per Ignazio La Russa, ottenere la guida del Senato e diventare la seconda carica dello stato è stata la soddisfazione più grande: simbolo che quella destra in cui lui ha militato sin da ragazzo si è imposta in tutte le sedi istituzionali. Per dirlo con le sue parole durante la trasmissione Porta a Porta, «rappresenta il superamento di un antico pregiudizio». Nel suo primo discorso da presidente, l’avvocato milanese nato in Sicilia che fu adolescente nel Fronte della gioventù e parlamentare pe



