«Fa male vedere piazza Duomo con 30 mila tifosi urlanti, in festa, molti senza mascherina. Quelle persone hanno dimostrato di non avere un briciolo di buon senso. Vuol dire che si sottovaluta ancora troppo il rischio». A parlare in un’intervista a La Stampa è il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, che fa un calcolo approssimativo sul rischio dei contagi durante i festeggiamenti dei tifosi per lo scudetto vinto dall’inter.

«Sappiamo che l’incidenza in Lombardia è di circa 14 casi ogni 10 mila abitanti – spiega il sottosegretario – se in piazza Duomo c’erano 30 mila persone, allora 45 di loro avrebbero dovuto essere positive. Quante ne abbiano infettate, a loro volta, difficile dirlo. Dipende dalla loro attenzione alle misure di sicurezza, come mascherina e distanziamento. Per altro, in piazza non c’erano solo milanesi. Ci sarà stata gente arrivata da Varese, Cremona, Pavia e altri comuni vicini. Parlerei quindi di possibili ripercussioni sulla Lombardia, non solo su Milano». Tuttavia, per valutare le conseguenze dell’evento dobbiamo aspettare circa due settimane.

In questa fase della pandemia resta importante «recuperare la capacità di tracciamento del virus» sistema che diventa complicato quando ci sono assembramenti o non si rispettano le regole. In questo poteva essere utile l’applicazione Immuni, di cui oramai non se ne sente più parlare. Secondo Sileri era un progetto a cui credeva molto, ma non lo definisce un fallimento, piuttosto «una delusione» ammette. «L’app non è stata pubblicizzata abbastanza, ha subìto l’attacco ingiustificato del centrodestra e non sono state coinvolte sufficientemente le fasce più anziane della popolazione. Per queste ragioni è nata male ed è finita peggio. Anche tracciando solo pochi casi, Immuni resta utile» spiega il sottosegretario.

Per quanto riguarda il numero dei decessi è ancora troppo alto, con una media di duecento al giorno. «Credo però che alla fine di questo mese arriveremo a toccare la soglia dei 15 o 20 decessi al giorno. Il crollo del numero di morti arriverà nelle prossime settimane, grazie ai vaccini. E quando avremo raggiunto il 70 per cento della popolazione adulta vaccinata con almeno una dose, scenderemo sotto i dieci morti al giorno» spiega il sottosegretario che ora punta a riaprire anche le Rsa.

«Oggi nelle Rsa il 94,4 per cento degli ospiti ha ricevuto la prima dose di vaccino e l’80 per cento ha la seconda dose, compreso il personale. Non vedo rischi allo stato attuale. Con ingressi contingentati, una lista a rotazione e tamponi all’ingresso, non vedo perché non dovrebbero riaprire le visite ai parenti. Ho sollecitato più volte e l’ho detto anche a Rezza».

© Riproduzione riservata