Nel 1993, Saad al Faqih fonda insieme ad altri attivisti islamici il Committee for the Defense and Legitimate Rights. Nel 1994 al Faqih diventa leader del Movement for Islamic Reform in Arabia. Nello stesso anno, scappa dal suo paese e diventa esule a Londra. Da lì utilizza strumenti come il fax, internet e poi il canale tv Islah per diffondere una nuova idea di islam e per chiedere riforme sociopolitiche per il suo paese.

Lei è tra i fondatori del Committee for the Defense of Legitimate Rights. Perché ha deciso di creare questo movimento negli anni Novanta? Perché in esilio?

Perché ci è stata preclusa la libertà di espressione e associazione. Siamo stati imprigionati e costretti a firmare “impegni” solo perché abbiamo scritto petizioni e organizzato un gruppo per i diritti umani. Nonostante il Comitato rispettasse le normative statali, è stato smantellato.

Il senatore Renzi ha partecipato al Future Investment Initiative Forum in Arabia Saudita. Domani ha scoperto che è anche nel board dell’istituto e riceve circa 80mila dollari all’anno.

La famiglia reale saudita ha più volte utilizzato e utilizza questi “trucchetti legali” per comprare politici influenti in paesi con trasparenza e responsabilità verso i suoi cittadini. Li nominano consulenti o membri di consigli di amministrazione di grandi società saudite.

Cosa pensa delle reazioni della stampa saudita e italiana sulla faccenda?

I media ufficiali dell’Arabia Saudita (tutti i media sono ufficiali) sono pieni di elogi e parole di vanto nei confronti dei risultati di bin Salman. La sintesi è: «Guarda come un ex primo ministro di un grande paese europeo è molto impressionato dal nostro leader». Le critiche della stampa italiana sono comprensibili, poiché l’Italia è un paese libero e la gente trova imbarazzante che il loro ex leader lavori per un assassino e violatore di diritti umani.

Durante la conversazione con il re bin Salman, Renzi ha detto che «l’Arabia Saudita potrebbe essere un luogo per un nuovo Rinascimento».

Quello che ha fatto bin Salman è l’opposto del Rinascimento. Ha eliminato il rimanente margine di libertà di espressione lasciato dai suoi predecessori. Ha ideologicamente messo al bando innovazioni e idee brillanti e ha messo in prigione gli intellettuali. Il suo “Rinascimento” è una raccolta di fantasie infantili. Non ha fiducia nella gente dell’Arabia Saudita e farebbe sempre affidamento sugli occidentali. Solo un’ipocrita descriverebbe tutto questo come «il nuovo rinascimento».

Renzi ha anche detto di essere invidioso del costo del lavoro in Arabia Saudita.

Non sono sicuro che Renzi sappia di cosa sta parlando. La maggior parte della forza lavoro in Arabia Saudita viene importata. La famiglia reale saudita non è riuscita nei suoi piani di sviluppo per molti decenni a fare affidamento sui suoi cittadini. Bin Salman sta peggiorando la situazione escludendo i sauditi dalla maggior parte dei suoi “progetti fantasy”.

Cosa pensa che dovrebbe dire Renzi a bin Salman per proteggere i diritti umani e i principi democratici?

Non può dirgli nulla in un’intervista perché bin Salman prende sempre precauzioni per garantire che nella trasmissione si dica solo ciò che gli piace. L’unico modo per cambiare le cose è fare pressione politica, le parole sono inutili. Ma per molti paesi le questioni relative ai diritti umani non sono prioritarie.

 

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