Nello scontro parlamentare sulle persecuzioni della Cina si decide la nostra collocazione. La Lega insiste per chiamarlo genocidio, i dem si allineano alle posizioni filocinesi del M5s
- Il governo Draghi ha davvero contribuito a stabilizzare la posizione italiana nei confronti degli alleati? Con un decreto del presidente del Consiglio è arrivato un nuovo stop al ruolo delle aziende cinesi nelle forniture relative alla rete 5G. Il governo ha imposto specifiche «prescrizioni» usando la normativa sul golden power.
- Ci sono tuttavia elementi importanti che segnalano confusione sul dossier Cina, soprattutto in sede parlamentare. Quello che divide è l’uso del termine «genocidio» con riferimento alle politiche perseguite da Pechino nei confronti della minoranza uigura.
- Quello che emerge è la linea pressoché compatta dell’ex maggioranza del governo Conte II, refrattaria a qualificare come genocidio i crimini compiuti dal governo cinese. Al Pd e a Letta verrebbe da chiedere se i progressisti italiani seguono la linea di Joe Biden e Justin Trudeau o quella di Beppe Grillo.