«La legge Zan prevede un indottrinamento di pensiero unico per rassicurare guadagni certi a qualche circuito. E limita libertà di espressione, pensiero e educazione». È la pia denuncia, non ulteriormente circostanziata, di suor Anna Monia Alfieri, legale rappresentante delle scuole Marcelline, membro del Consiglio Nazionale Scuola della Conferenza episcopale, e fedele ospite di Rete Quattro, in uno dei momenti  stracult della prima tornata di audizioni della commissione Giustizia del senato. Gli auditi e le audite sono una ventina, un gruppo attentamente scelto dal presidente-relatore, il leghista Andrea Ostellari. Dalle spalle di alcuni videocollegati fanno capolino santini e angoli di devozione privata, ai pareri giuridici si alternano momenti di confessione personale – da cui si trae la conclusione dell’iniquità della legge – e accuse di ex Pd contro il Pd «che non ci ha ascoltati». Insomma si ascolta di tutto un po’. Talvolta un po’ troppo.

Come quando l’ex magistrato Carlo Nordio serenamente afferma che «la pedofilia fa parte dell’orientamento sessuale, per quanto deviato. Se una persona si esprimesse in termini brutali, ma anche comprensibili contro un pedofilo rientrerebbe in questa fattispecie penale». Il ragionamento è: la frase «io i pedofili li metterei tutti al muro» sarebbe perseguibile dalla legge Zan. La tesi e la conseguenza sulla rete provocano un’ondata sussultoria, a metà fra le risate e la rabbia. «La pedofilia è un reato non un orientamento sessuale», twitta il deputato forzista Elio Vito, pro Zan. E lo scrittore Simone Alliva: «Vergognoso paragonare ancora omosessualità a pedofilia».

Dichiariamo subito, ove ve ne fosse bisogno, che siamo favorevoli alla libertà di pensiero e di espressione. Ed entusiaste del pluralismo delle audizioni in commissione: quando c’è, però. Il presidente Ostellari infatti perde di vista l’orologio mentre il costituzionalista Giovanni Maria Flick  dice che «genere, orientamento sessuale e identità di genere finiscono per confondere, sarebbe più agevole introdurre il concetto di sesso in tutte le sue forme e manifestazioni». O quando ancora Nordio si esprime a favore del ddl Ronzulli, quello di Lega-Fi, «per ragioni tecniche». Si esprimono invece a favore della legge la magistrata Silvia Albano, del Tribunale di Roma, e Giulia Locati, del Tribunale penale di Torino, con Laura Onofri, tra le fondatrici del movimento Se Non Ora Quando? e fra le oltre quattrocento firmatarie dell’appello per l’approvazione della legge, e Elisa Ercoli, dell’associazione Differenza Donna. No netto invece da Yassine Baradaine, segretario nazionale dell’Unione delle comunità islamiche d’Italia chiede che la scuola pubblica continuo «a tutelare la libertà degli studenti su etica e religione, affinché che non vengano sopraffatti da una visione di parte imposta per legge». E no anche dallo scrittore Giorgio Ponte si immerge nell’autocoscienza e si presenta come omosessuale, cattolico e per sua esperienza personale e di vita contrario alla proposta di legge di Pd e M5s. La sua teoria è che la sua «condizione» ha «cause psicologiche» e deve essere ignorata praticando astinenza. Il circo si replica la prossima settimana. Ma lo spettacolo è a sorpresa: il presidente Ostellari solo più avanti farà sapere chi andrà in scena. 

© Riproduzione riservata