Secondo Giovanni Toti, presidente delle Liguria, non si possono trattare tutti i cittadini allo stesso modo. Bisogna fare delle differenziazioni per età, ha detto a “Mezzora in più”, su Raitre: «L’82 per cento dei morti per coronavirus ha più di 75 anni. Sono loro quelli che pagano di più la gravità della malattia. Non si tratta di chiudere in casa nessuno ma di dare un sistema di garanzie superiore».

«Trattare in modo eguale cittadini che hanno un rischio diseguale di fronte a questa malattia è contro la nostra Costituzione. Se una Costituzione tratta un povero un ricco alla pari di un povero, dico che si fa un errore, perché si tratta di un'eguaglianza formale ma non sostanziale». Anche se in realtà, dal punto di vista giuridico, la situazione è quanto meno un po’ più complessa rispetto a quanto dice il presidente della regione. 

«Io questa sera leggerò il bollettino della regione Liguria – aggiunge Toti –. Ci saranno una trentina di morti: tre avranno meno di 65 anni, tutti gli altri più di 80. Se va bene così, io non ci sto. Nei letti degli ospedali della regione Liguria il 50 per cento dei malati hanno quella età»

I dati delle regioni

«Le regioni stanno facendo un grandissimo lavoro. È molto difficile dire se esista un algoritmo che ci consenta di incasellare il territorio nazionale capace di tenere in considerazione le esigenze delle singole regioni in modo asettico».

Ma i dati su cui si basano le decisioni sono corretti? «Sono certamente giusti ma non sono esaustivi della realtà, perché cambiano di ora in ora – dice Toti –. Un'ora fa ho avuto i contatti con i pronto soccorsi della Liguria. Dobbiamo tenere presente che non tutto è così oggettivo».

Toti ha chiesto al governo di fare più attenzione alle conseguenze economiche delle decisioni: «La salute pesa, ma anche l’economia. Non so quanto ci faranno male i disoccupati per strada».

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