La premier per radici e per cultura è affine a Donald Trump. La sua pretesa nomea di “pontiera” suona sempre più velleitaria in un tempo nel quale il ponte si è palesemente spezzato
Un po’ tutti si chiedono se e come Giorgia Meloni verrà a capo del suo cerchiobottismo a fronte della lacerante divaricazione che si è prodotta tra gli Usa a guida Donald Trump e la Ue. Al netto degli equilibrismi lessicali, delle parole studiatamente velleitarie – tipo la proposta-ballon d’essai di un vertice teso a ricucire la frattura tra le due rive dell’Atlantico – basta mettere in fila i fatti. Meloni partecipa svogliata e malmostosa agli incontri promossi da Emmanuel Macron e Keir Starmer



