I lavori per la realizzazione del call center Immuni sono ancora in mano ai ministeri competenti, ma c’è il rischio che potrà dare solo informazioni vaghe e deve essere ancora risolto il problema della privacy. Intanto, i tracciatori assunti spesso hanno poco tempo da dedicare alla pratica, ma nonostante tutto l’Iss non rileva criticità
- Un gran numero di assunzioni di tracciatori era arrivato a fine ottobre con un bando della Protezione civile. In realtà, il plafond di posti finanziati dallo stato centrale non è stato esaurito da tutte le Regioni.
- Per quanto riguarda la pratica del call center, prima di farla arrivare a Invitalia, dove il Commissario straordinario Domenico Arcuri prenderà in mano anche questo dossier, restano da definire ancora parecchi dettagli.
- Spostare la competenza dell’attivazione dell’app al call center centralizzato sgraverebbe di un peso importante le aziende sanitarie locali, ma bisognerà tener conto della tutela dei dati personali dei positivi.
Il tracciamento è ormai perso, recuperarlo sarà tutt’altro che facile. Per lo più mancano gli strumenti per fronteggiare una nuova impennata dei contagi. É vero che per ora il governo non mette in conto un allentamento delle restrizioni anti-pandemia, soprattutto in vista delle feste, ma il sistema di tracciamento delle Asl potrebbe incontrare gli stessi limiti dell’autunno in caso di riapertura. L’altra questione da risolvere è quella del call center Immuni. L’indicazione per realizzarla era a



