- Il leader leghista teme che il comitato sull’intelligence si occupi delle trattative con l'ambasciatore Razov.
- Adolfo Urso spiega che il Copasir non vigila sulla politica, dunque «nel caso dei parlamentari, la prassi costantemente seguita è stata quella di procedere a una loro audizione solo a fronte di una esplicita richiesta avanzata dai medesimi».
- Salvini in passato non è voluto andare né in commissione antimafia, né a riferire sul Metropol. Pd e M5s pensano a un dibattito aperto, come quello del 2019 con cui finì il primo governo Conte I, Vito (Fi) gli chiede di farsi avanti.
Si gioca tutto sull’opportunità politica, e la scelta spetta a Matteo Salvini. Decidere di rispondere alle domande del parlamento sui suoi rapporti con la Russia oppure continuare a cercare Mosca al telefono – come ha detto lui stesso – senza discuterne con nessuno. Fino a ieri la sua posizione era questa: «Sono sconcertato da ipotesi di inchieste, Copasir, chiarimenti, come se non fosse diritto di un parlamentare italiano lavorare con chiunque possa portare la pace». E ancora: «Sono intimida



