Silvio Berlusconi ama definirsi un liberale, eppure c’è chi è costretto, proprio perché liberale, ad andarsene dal suo partito. Si tratta di Elio Vito. «A seguito della mia decisione di lasciare Forza Italia, il partito nelle cui liste sono stato eletto, rassegno le mie dimissioni dal mandato parlamentare». Si consuma il divorzio, fino alla rinuncia al posto in parlamento. Nella sua lettera a Roberto Fico, Vito cita almeno tre capitoli sui quali la sua distanza da Forza Italia è diventata insostenibile: le posizioni del partito contro il ddl Zan, l’ambiguità verso la Russia e la scelta di apparentarsi con Casa Pound a Lucca.

Liberale pro-lgbt

In una intervista rilasciata a Domani, Vito spiegava così il suo sconcerto per le posizioni di Forza Italia sul ddl Zan: «È stata una sconfitta per Forza Italia. In Europa, siamo iscritti al partito popolare, andiamo a fare le battaglie contro la Polonia e le leggi discriminatorie e poi… Più di tutti mi ha sorpreso Berlusconi, che sul ddl Zan ha fatto due uscite pubbliche. In Senato FI ha fatto una vera e propria battaglia contro il ddl Zan, L’unica cosa per essere coerente con me stesso era lasciare gli incarichi di partito e non li riprenderò».

Antifascista

«Noi diciamo di essere ogni giorno, la parte moderata, il centrodestra. Ma in pratica non lo siamo». Per quel che riguarda «l’antifascismo, non siamo andati alla manifestazione di Cgil. Io sì, ma il partito no. Democrazia Cristiana non ha mai mollato il tema dell’antifascismo alla sinistra». L’ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la scelta di Forza Italia di apparentarsi con Casa Pound a Lucca in queste amministrative. 

Berlusconi e Putin

«Le affermazioni di Berlusconi sull’aggressionen russa dell’Ucraina da una parte sono state formalmente di condanna, dall’altra sono state elogiative di Putin, critiche verso le leadership occidentali e di comprensione verso presunte ragioni della Russia». L’altro motivo per il quale Vito lascia. 

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