Trump imbarazza Meloni su Kiev e Ue. Pd e M5s attaccano

L’imbarazzo c’è, ma il governo punta al silenzio per evitare di alimentare la polemica, soprattutto quando a guastare la giornata di Giorgia Meloni è stato il suo principale alleato, il presidente americano Donald Trump. La vicenda è la rappresentazione plastica dei pericolosi cortocircuiti prodotti dalle fake news. I fatti: Trump, attraverso il suo social network Truth, ha ricondiviso un video proveniente da un account vicino alla galassia Maga (Make America great again, il motto del presidente) in cui si vede un servizio televisivo confezionato come Breaking News secondo cui Meloni ha deciso di rompere con l’Ue sui dazi in favore di un accordo bilaterale a cui Trump avrebbe già dato il via libera e che la premier italiana avrebbe annunciato al tycoon di voler ridimensionare il suo sostegno all’Ucraina. Nel video non si sente mai la voce di Meloni ma solo quella narrante, evidentemente realizzata con l’intelligenza artificiale e con il commento: “Bravo, Meloni! Mossa brillante”. Che si tratti di un fake è evidente, anche perchè l’account da cui proviene il video è pieno di filmati dello stesso tipo e contenenti notizie false Le parole che le vengono attribuite non sono mai state sostenute pubblicamente da Meloni, che invece ha sempre mantenuto la linea europea sui dazi e ribadito il sostegno alla trattativa Ue in materia economica. Tuttavia, il solo fatto che la fake news sia stata rilanciata da Trump la rende una pericolosa buccia di banana per palazzo Chigi: intervenire con una smentita equivarrebbe a sostenere che il presidente USA divulghi notizie false, rimanere in silenzio espone però ad attacchi e dietrologie la premier italiana, così attenta a controllare la sua comunicazione. A rendere il tutto più complicato è l’evidenza di come Trump (o chi per lui usa i social) abbia preso sul serio il video. Ad oggi Meloni ha scelto il silenzio e di incassare le critiche, sulla linea che una smentita rischia di essere una notizia data due volte. Domani la presidente riferirà alle Camere sul Consiglio europeo del 23 ottobre e quella sarà l’occasione per ribadire la linea del governo. Unico compromesso: far divulgare un virgolettato attribuito a “fonti di palazzo Chigi”, secondo cui «Le trattative commerciali – come noto – sono guidate dalla Commissione europea, trattandosi di competenza esclusiva dell'Unione» ed «è stata invece da tempo avviata un'interlocuzione bilaterale, che affianca l'azione della Commissione, sul tema dei dazi antidumping prospettati dal Dipartimento del Commercio nei confronti di alcuni produttori italiani di pasta». A intervenire in prima persona si è prestato invece il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che ha detto come «Noi abbiamo sempre lavorato con l'Unione europea e grazie all'Italia, anzi, si è potuto fare qualche importante passo in avanti. Con il commissario Sefcovic lavoriamo in perfetta sintonia». Il fantasma di Trump nel futuro di Meloni Le opposizioni Eppure alle opposizioni non è bastato e hanno chiesto di nuovo la presenza della premier in parlamento per riferire. «Meloni non può far finta di nulla», ha detto la capogruppo Pd alla Camera, Chiara Braga, secondo cui «deve chiarire da che parte sta l’Italia e se è destinata a essere l’avamposto di Trump per rompere il fronte europeo e indebolire definitivamente l’Unione europea che non è soltanto un sodalizio economico, ma anche e soprattutto un patto politico tra stati che condividono valori, diritti e libertà». Anche Italia Viva si è accodata agli attacchi, mettendo in luce con Raffaella Paita come «Meloni non vuole evidentemente infastidire il presidente degli Stati Uniti. Ma così si fa un danno all'immagine internazionale dell’Italia. Una presa di posizione di palazzo Chigi è più che mai necessaria». Del resto, fino a prova contraria il video contiene solo notizie false ma il fatto che un chiarimento da palazzo Chigi non arrivi è benzina per chi contesta a Meloni una eccessiva sudditanza nei confronti del presidente americano, anche davanti a suoi scivoloni che rischiano di mettere l’Italia in una difficile posizione a livello europeo ma anche di incrinare i rapporti con Volodymyr Zelensky proprio nel momento in cui i negoziati per la pace in Ucraina sono ripresi. Ulteriore contrappasso interno, poi, è stato il fatto che proprio in questi giorni il responsabile organizzazione di Fratelli d'Italia Donzelli si sia pubblicamente lamentato proprio di un video falso in cui attacca Sigfrido Ranucci e creato con l'Intelligenza artificiale da ignoti, contro cui ha sporto denuncia. L’abbraccio di Trump può diventare soffocante per Meloni