Cdp, nomine chiuse: malumori di FdI per il blitz su Turicchi

Blitz, doppi incarichi e la partita del collegio sindacale ancora da sbloccare. La battaglia delle nomine, iniziata la scorsa primavera – quando erano scaduti i mandati – nella galassia Cassa depositi e prestiti è finita, le tossine non sono state del tutto smaltite. Sprint Turicchi La certezza è che Cdp Equity, Cdp real asset e Fintecna hanno nuovi vertici. Di mezzo ci sono nomine che – secondo quanto risulta a Domani – non sarebbero state adeguatamente condivise nel governo e ancora di più con i partiti. La questione chiave ruota intorno all’indicazione dell’attuale presidente di Autostrade per l’Italia ed ex presidente di Ita Airways, Antonino Turicchi, come amministratore delegato di Cdp real asset, l’immobiliare della società pubblica. Si tratta di una spa di gestione di risparmio (sgr), che gode di ampia autonomia rispetto alle attività principali come la riqualificazione urbana e lo sviluppo delle infrastrutture sostenibili. Una poltrona ambita. Il nome di Turicchi, manager di lungo corso, è spuntato a sorpresa, bruciando al fotofinish il grande favorito, Sacha Camerino, ora a capo del centro-sud di Generali real estate, il preferito da Fratelli d’Italia. I rumors, dal Mef a palazzo Chigi, lo davano per certo. Qualcosa, all’improvviso, è cambiato. Si racconta di una sterzata improvvisa del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, grande estimatore di Turicchi, senza preavviso agli altri ministri né ai leader di partito. L’unica sponda a palazzo Chigi è stata individuata nella figura del capo di gabinetto, Gaetano Caputi, che con Turicchi vanta un rapporto solido. I due hanno una consuetudine di confronti. All’ultimo sarebbe stato avvertito, dando l’avallo, anche il sottosegretario alla presidenza, Giovanbattista Fazzolari, uomo delle nomine per conto di Giorgia Meloni. Fazzolari ha una corsia preferenziale con il ministro. L’incarico affidato a Turicchi ha aperto due questioni. La prima è politica: una parte di Fratelli d’Italia, soprattutto quella che fa riferimento al capodelegazione nel governo, Francesco Lollobrigida, non ha gradito il mancato rispetto dell’intesa sul nome di Camerino. Giorgetti ha fatto passare il messaggio che su Camerino non c’era il giusto consenso e bisognava sbloccare l’impasse. Così ha scelto Turicchi. Il blitz ha causato una seconda questione: la doppia poltrona. Il neo-presidente dell’immobiliare di Cdp è infatti presidente di Aspi dallo scorso aprile. Turicchi, peraltro, è appena decaduto dal ruolo di ad di Fintecna, altra società della galassia Cdp (è il polo dei servizi immobiliari) dopo le dimissioni della maggioranza del Consiglio, mossa compiuta per favorire il rinnovo dei vertici. Turicchi sembrava, almeno in questa fase, dovesse uscire dal gruppo Cassa depositi e prestiti. Il sospetto è che, all’interno del Mef, abbiano dilatato i tempi sulle nomine per spingere l’ex presidente di Ita airways. Dicerie da confermare che indicano un clima teso. Senza troppi problemi è passata l’assegnazione della carica di presidente a Michele Zuin, ex parlamentare di Forza Italia, e coordinatore in Veneto del partito di Silvio Berlusconi fino al 2023. Tra Cdp e Ipzs Altro doppio incarico che alimenta perplessità è quello a Cdp equity, la holding degli investimenti: il nuovo presidente è Paolo Perrone che presiede anche l’Istituto poligrafico zecca dello stato (Ipzs). Secondo quanto risulta a Domani, non è intenzionato a rinunciare al ruolo nell’Ipzs fino al termine naturale del mandato. A blindare Perrone, ex sindaco di Lecce, c’è un antico sodalizio con l’attuale commissario europeo, Raffaele Fitto: è da sempre un suo fedelissimo. Prezioso si è rivelato poi il legame cementato con Fazzolari. A oggi Perrone è in ascesa. È filata più liscia la nomina di Fabio Barchiesi, attuale capo degli investimenti in Cdp, diventato amministratore delegato di Cdp Equity. L’indicazione è stata vista in continuità con il mandato del ceo di Cdp, Dario Scannapieco, d’intesa con Giorgetti e palazzo Chigi. A chiudere il cerchio c’è Fintecna: Moroello Diaz della Vittoria Pallavicini, tra le varie cose ad di Holding immobiliare Pallavicini, è stato nominato presidente, mentre Mario Valducci, parlamentare berlusconiano per cinque legislature ed ex sottosegretario allo Sviluppo economico con il governo Berlusconi, è diventato amministratore delegato. In attesa di schiarite, infine, resta la nomina del collegio sindacale di Cdp: da aprile sono finite con una fumata nera varie assemblee al Mef. A via XX Settembre, infatti, non trovano l’accordo sui nomi. Bloccando il completamento dell’organismo.