Secondo documenti d’intelligence visionati dalla Stampa, il funzionario dell’ambasciata russa a Roma Oleg Kostyukov avrebbe incontrato a maggio Antonio Capuano, ex deputato forzista e ora consigliere di Salvini in politica estera - benché con scarsa esperienza nel settore.

Il diplomatico russo avrebbe chiesto a Capuano se i ministri della Lega fossero intenzionati a rassegnare le dimissioni dal governo Draghi, in seguito al fermo sostegno del premier alle posizioni euro-atlantiche sull’Ucraina, oltre che all’invio di armi a Kiev.

È proprio Kostyukov, addetto agli affari politici a Roma dal marzo 2019, che ha fatto comprare i biglietti aerei per la missione di Salvini a Mosca, poi trapelata e annullata frettolosamente.

In quella fase alcuni governanti europei, Emmanuel Macron in testa, cercavano ancora una mediazione con Putin e il premier Draghi si sentì scavalcato da un’iniziativa privata di Salvini.

Capuano avrebbe discusso con una esponente del partito Russia Unita degli incontri in programma per il leader leghista a Mosca: un pranzo con il ministro degli Esteri Sergej Lavrov, riunioni con l’ex presidente Dmitry Medvedev e con la presidente della camera alta del parlamento Matvienko.

Salvini aveva già incontrato l’ambasciatore russo a Roma il 19 maggio, per cercare di coinvolgere il Vaticano in una trattativa internazionale. I rapporti privilegiati della Lega con il Cremlino non sono una novità.

Già il 18 ottobre 2018 Gianluca Savoini incontrò all’hotel Metropol di Mosca tre funzionari del governo russo come rappresentante ufficiale di Matteo Salvini.

Benché tra il 2014 e il 2018  fosse un semplice segretario di partito, il leader della Lega si recò nove volte a Mosca, sempre accompagnato da Savoini, incontrando anche il presidente Vladimir Putin e Lavrov.

Il padre di Kostyukov è il capo del Gru

Foto Stefano Cavicchi/LaPresse 26-11-2016 Mosca - Russia Cronaca Matteo Salvini a Mosca Nella foto: Matteo Salvini al trucco prima di entrare allo studio della tv moscovita.

Secondo il sito di giornalismo investigativo The Insider, Oleg Kostyukov è figlio dell’ammiraglio Igor Kostyukov, direttore dell’intelligence militare russa dal 2018. Il Gru è noto per l’avvelenamento di Skripal a Salisbury e per altre operazioni di destabilizzazione in Europa, come il fallito golpe in Montenegro.

Oleg e Alena, l’altra figlia di Igor Kostyukov, conducono uno stile di vita ben al di sopra delle loro possibilità ufficiali, sostiene The Insider. Non si tratta dell’unico diplomatico russo a Roma con un genitore potente.

Anche Daria Pushkova, accreditata dal maggio 2019 come primo segretario, è figlia dell’ex deputato Aleksey Pushkov, già presidente della Commissione esteri e capo del comitato sull’informazione del partito Russia Unita.

Pushkova ha un passato come giornalista del canale Russia Today, bandito dall’Ue per disinformazione, ma ora è la direttrice del centro di scienza e cultura dell’ambasciata, che diffonde revisionismo storico. Nonostante ciò, è stata invitata al programma Dritto e Rovescio su Rete 4 per parlare del conflitto in Ucraina.

È evidente che il legame di Oleg Kostyukov con il padre, capo dei servizi militari russi, getti delle ombre sinistre sui contatti avuti con Capuano a nome di Salvini.

Per voce dell’autorità delegata, il sottosegretario Franco Gabrielli, l’intelligence italiana ha smentito che la Stampa abbia avuto accesso a documenti riservati sugli incontri fra Capuano e Kostyukov (cos’altro avrebbe potuto dire?), ma non afferma che la notizia in sé sia falsa.

Mercoledì sarà la direttrice del Dipartimento informazioni per la sicurezza, l’ambasciatrice Elisabetta Belloni, a comparire in audizione al Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. In quella sede i deputati potranno chiarire che ruolo ha avuto l’intelligence nel monitorare i contatti tra la Lega e l’apparato moscovita.

Il controspionaggio italiano 

Foto Mauro Scrobogna/LaPresse 28-07-2022 Roma (Italia) Politica - Assemblea Nazionale Coldiretti - Nella foto: Matteo Salvini, Lega 28-07-2022 Rome (Italy) Politics - Coldiretti National Assembly - In the photo: Matteo Salvini, Lega

È certo che l’Aisi controlli attentamente le attività del personale dell’ambasciata russa a Roma, distribuito tra la sede principale di via Gaeta, la sezione consolare di via Nomentana e quella commerciale di via Clitunno. Le spie russe possono contare anche sull’ambasciata presso la Santa Sede in via della Conciliazione, tre consolati generali a Milano, Genova e Palermo, oltre a nove consolati onorari sparsi in altre città e affidati a professionisti italiani con affari in Russia.

Nel 2020 i diplomatici accreditati erano 63 e nel 2021 sono scesi a 58, ma con l’invasione del 2022 il governo Draghi ha deciso l’espulsione di ben trenta rappresentanti, in linea con le decisioni assunte dagli altri paesi europei.

Non si tratta però dei primi diplomatici russi dichiarati personae non gratae. Dal dicembre 2020, la divisione controspionaggio dell’Aisi notò i contatti del capitano di fregata Walter Biot, in servizio allo Stato Maggiore Difesa, con Dmitry Ostroukhov, dal 2018 accreditato come addetto militare aggiunto dell’ambasciata russa, in realtà un operativo dell’intelligence militare Gru.

Dopo alcuni mesi di pedinamenti, il 30 marzo 2021 i Carabinieri del Ros e l’Aisi fermarono Biot e Ostroukhov in un parcheggio di Spinaceto, alla periferia di Roma, e trovarono cinquemila euro oltre a una scheda micro-SD che conteneva 181 fotografie di documenti di cui 9 classificati come riservatissimo (RR) e 47 come segreto Nato (NS).

L’Italia annunciò l’espulsione immediata di Ostroukhov e del suo diretto superiore, il capitano di vascello Alexey Nemudrov, ufficialmente attaché navale-aeronautico dal 2017, in realtà referente del Gru a Roma. Le due spie furono scortate a Fiumicino da alcuni uomini in borghese e accompagnati a bordo di un volo Aeroflot con destinazione Mosca. Deputati nella commissione esteri della Duma ebbero anche il coraggio di definire l’espulsione delle spie un atto estremo e infondato, che costringeva la Russia a rispondere in modo simmetrico con l’espulsione di diplomatici italiani.

In quella fase però a Roma prevalse la storica tendenza italiana a ricucire i rapporti con la Russia e dimenticare l’incidente in nome degli affari. Eppure, lo spionaggio di Mosca si era già dimostrato pervasivo e pericoloso da anni.

Nel 2016 l’Aisi aveva smascherato in un bar di Roma l’agente dell’Svr russo Sergej Pozdnjakov mentre comprava documenti Nato dal funzionario dell’intelligence portoghese Carvalhão Gil. Nel 2019 aveva scoperto gli incontri tra un operativo del Gru e un ufficiale francese assegnato alla base Nato di Napoli, poi processato a Parigi.

Secondo quanto riportato da Repubblica nel 2021, le stime dell’Aisi parlano di un’ottantina di informatori russi, cifra che comprenderebbe per forza di cose una rete di fonti e collaboratori locali. Ufficialmente gli attaché militari sono sei, ma spesso i funzionari del Gru, dell’Fsb e dell’Svr, le agenzie di spionaggio russe, si nascondono sotto la funzione di addetti commerciali, culturali o agli affari politici.

Proprio come il vicario Oleg Kostyukov, formalmente Secondo Segretario, che è stato pedinato dalla sua residenza fino all’ambasciata dopo i colloqui con Capuano.

È probabile che anche dalla missione americana a Roma, tramite la stazione della Cia e altri funzionari d’intelligence, avvenga un monitoraggio dei russi nella capitale. Non a caso, riferisce la Stampa, Capuano sarebbe stato contattato da diplomatici statunitensi per avere informazioni sull’imminente viaggio di Salvini a Mosca.

Se alle elezioni di settembre prevarrà il centrodestra a guida Meloni, potrebbero emergere le contraddizioni tra la Lega di Salvini e Fratelli d’Italia, partito che da alcuni mesi si è decisamente schierato su posizioni euro-atlantiche, anche nel settore del controspionaggio e del sostegno all’Ucraina contro l’aggressione russa.

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