Del giorno del vaccino, il vaccine day, ricorderemo due immagini: il sorriso dietro le mascherine dei primi cinque vaccinati dell’Istituto Lazzaro Spallanzani di Roma, e il presidente della Campania Vincenzo De Luca con la cravatta e una manica alzata che si è fatto a sorpresa il vaccino anti Covid-19.

Il leader della Lega Matteo Salvini lo ha accusato di furto di dosi, il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, di abuso di potere. Il Pd non ha commentato. Neanche il commissario all’emergenza Domenico Arcuri, che si occupa di distribuire le dosi, sapeva dell’intenzione di De Luca.

Il vaccine day

Ieri mattina sono partiti i vaccini con le «dosi simboliche», come le ha chiamate Arcuri, le prime 9.750 del vaccino Pfizer-Biontech, unico siero finora approvato dalle agenzie del farmaco europea e italiana. Alle 14 il post di De Luca: «Mi sono vaccinato. Dobbiamo farlo tutti nelle prossime settimane. È importante per vincere la battaglia contro il #Covid19 e tornare alla vita normale. Senza abbassare la guardia e rispettando le norme. #VDAY». Il presidente si è sottoposto al vaccino anti-Covid poco prima dell'ora di pranzo, all'ospedale Cotugno di Napoli, dove si era recato per verificare le operazioni in occasione dell'avvio del V-day, ed è andata a lui una delle 720 dosi destinate alla Campania.

La mossa di De Luca è arrivata del tutto inattesa per due motivi. Il primo è che le linee guida sono particolarmente stringenti e individuano determinate categorie target. Il secondo è che De Luca, in sede di discussione con le regioni, riferiscono dall’ufficio stampa della Conferenza delle regioni, non ha mai mostrato alcun desiderio di intervenire a riguardo per stabilire che era lecito anche per i presidenti vaccinarsi simbolicamente. Così nel documento del ministero della Salute si legge che, visto il numero di dosi limitato, «in questa prima fase della campagna di vaccinazione» si opererà «concentrando le risorse sulla protezione del personale dedicato a fronteggiare l’emergenza pandemica e sui soggetti più fragili operatori sanitari e sociosanitari e del personale e ospiti dei presidi residenziali per anziani». Dopo le altre categorie a rischio e successivamente la vaccinazione della popolazione generale.

Il commissario Arcuri

Dalla struttura tecnica retta dal commissario Arcuri, che si sta occupando delle liste per chiamare in ordine di diritto – un sistema che a quanto riferito dall’Agenzia italiana del farmaco dovrebbe andare avanti per i prossimi tre mesi – ammettono che dell’intenzione di De Luca non ne sapevano niente. Attualmente i politici, ribadiscono, non rientrano in alcun modo nelle categorie previste per le prime distribuzioni. Quella del presidente della Campania, sottolineano, è stata un’iniziativa personale.

A scanso di equivoci ricordano che non è in previsione neanche la vaccinazione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il primo a lanciarsi pubblicamente contro De Luca è stato Salvini: «Salta la fila e toglie il vaccino a qualcuno che ne aveva più bisogno».

Il sindaco di Napoli De Magistris lo ha accusato di abuso di potere: «Trovo davvero inqualificabile e indegno l'abuso di potere del presidente De Luca che approfitta del suo ruolo istituzionale per vaccinarsi quando il vaccino, nelle prime settimane, deve essere destinato esclusivamente, considerate le pochissime quantità disponibili, a medici, infermieri, operatori sanitari ed anziani». La salute del presidente De Luca, ha concluso «viene purtroppo prima del popolo campano. Si dovrebbe vergognare».

La linea del governo

Tra abusi di potere e vaccini rubati, il nome di De Luca è finito per l’ennesima volta tra ai vertici dei temi più discussi su Twitter. Il presidente del consiglio Giuseppe Conte nel tweet di domenica mattina in occasione del Vaccine Day ha ribadito la fila: «Oggi l’Italia si risveglia. È il #VaccineDay. Questa data ci rimarrà per sempre impressa. Partiamo dagli operatori sanitari e dalle fasce più fragili per poi estendere a tutta la popolazione la possibilità di conseguire l’immunità e sconfiggere definitivamente questo virus». Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ed ex capo politico del Movimento 5 Stelle ha pubblicato un post ribadendo: «Partiamo dal personale medico e dai più fragili, per poi estendere la vaccinazione a tutti, naturalmente nel rispetto della volontà della persona».

In Italia insomma non conta solo farsi il vaccino ma anche rispettare la fila. Che il vaccino dimostrativo però possa avere un qualche valore simbolico lo ha detto per primo uno che di pubblicità se ne intende e che per forza di cose non farà il vaccino che tra gli ultimi: il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, che il Covid-19 lo ha avuto. In una recente intervista al Messaggero ha detto non solo di essere pronto a vaccinarsi, ma anche a farlo in diretta. Forza Italia si è comunque ufficialmente schierata contro De Luca.

Dal Pd tutto tace. Il presidente della conferenza delle Regioni (e compagno di partito), Stefano Bonaccini, non ha voluto commentare. Dalla regione Emilia-Romagna hanno però tenuto ad assicurare che non ci sarà alcuna deroga a quanto stabilito. Il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia è rimasto in silenzio.  Regole o no l’Italia non ha preso neanche in considerazione l’ipotesi di coinvolgere i volti pubblici della politica per il vaccino. Negli Stati Uniti i parlamentari vengono vaccinati in via prioritaria. Si è vaccinato anche il presidente eletto degli Stati Uniti Joe Biden.

Che fosse sensato lo ha ammesso a metà Nicola Fratoianni (LeU) prima di passare anche lui alle critiche: «Si può decidere che chi ricopre incarichi pubblici venga incluso nelle categorie da vaccinare subito» anche se il risultato di ieri «è solo una dimostrazione di arroganza inaccettabile». L’attore Carlo Verdone ha detto che De Luca nelle sue performance «ha dei tempi straordinari». Come in questo caso, gli è bastata una foto mentre si vaccina per sollevare una questione che in altri paesi non esiste neppure.

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