«Le stime che sono state fatte inizialmente da chi produce i vaccini sono state ottimistiche come i numeri ci dimostrano», lo ha detto Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità (Css) sul taglio delle dosi di vaccino intervistato a 'Mezz'ora in più' che ha aggiunto: «Credo che l’Unione europea dovrebbe valutare ulteriori rinegoziazioni con le industrie che hanno vaccini approvati, o lo avranno nelle prossime settimane». Continua però ad essere ottimista sulle vaccinazioni in Italia, entro fine marzo verranno iniettato 13 milioni di dosi di vaccino: «Evidentemente la limitante di questa fase è stato il numero di dosi, a oggi ne sono state consegnate 4,7 milioni». L’autorevolezza di Draghi in Europa: «Potrà giocare un ruolo» così come «la capacità dell’Europa di proporsi come controparte». Per il medico «esserci presentati come Unione europea ha dato un maggiore potere negoziale».

Il problema dei vaccini «non è un problema che riguarda solo l'Italia, ma tutta l'Europa» ma «noi dobbiamo farci trovare pronti con la macchina organizzativa e distributiva». Infine ha rassicurato sul vaccino AstraZeneca: «Su qualsiasi tipo di Covid-19 la somministrazione di due dosi ha una efficacia dell’81 per cento, nelle forme gravi pressoché completa». E ha ribadito che per la protezione basta l’uso di una sola mascherina.

Sulle dosi che circolano fuori dal circuito delle contrattazioni: «Bisogna fare le verifiche coinvolgendo l’intelligence. Se qualcosa fosse uscito dal meccanismo sarebbe meritevole di approfondimento, perché mi pare difficile che industrie serie con il vaccino approvato avrebbero partecipato».

Per quanto riguarda le chiusure relative al contagio non si è dimostrato a favore della chiusura generalizzata, la “zona arancione per tutta Italia”. Bisogna «sottolineare che oltre alla crisi sanitaria c’è anche una difficoltà economica e sociale». anche di fronte alle varianti: «Credo che andando ad agire sulle aree possa essere una strategia». 

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