Anche i magistrati di Roma investigano sui finanzieri dello scandalo del palazzo di Londra. Ipotizzato il riciclaggio. Mincione contrattacca e fa causa alla Santa Sede: «Contratto regolare, i 40 milioni del conguaglio legittimi». Ma Parolin non si presenterà alla Corte inglese: «Non ha giurisdizione».
- La procura di Roma ha iscritto nel registro degli indagati Raffaele Mincione e Gianluigi Torzi, i due finanzieri implicati nello scandalo della compravendita del palazzo vaticano a Londra. Ipotizzato l’autoriciclaggio
- Lo scandalo s’allarga e coinvolge anche l’Italia. I pm al lavoro sui conti correnti degli indagati e su società off schore dove sarebbero depositate le cifre ottenute con la presunta truffa alla Segreteria di Stato
- Mincione non ci sta, e ha fatto causa all’Alta Corte di Giustizia che a breve dovra pronunciarsi sulla validità del contratto di vendita dell’immobile. Ma la Segreteria di Stato non intende presentarsi: «Contestiamo la giurisdizione dei giudici inglesi»
L'inchiesta dei magistrati di papa Francesco ha oltrepassato le mura leonine. I finanzieri Raffaele Mincione e Gianluigi Torzi, considerati dai promotori di giustizia tra i principali responsabili della presunta truffa sulla compravendita da 200 milioni di euro del palazzo a Londra, sono infatti indagati per autoriciclaggio e riciclaggio anche dalla procura di Roma. Il nuovo fronte è partito, scopre Domani, dopo le rogatorie spedite in Italia dalla Santa Sede: ricevuto l'incartamento, i pm d



