Un caso di attività privata che intreccia il sostegno economico alla politica, attraverso le donazioni previste dalla legge.

Ma solleva dubbi per quel che riguarda il rapporto, sempre più stretto, tra amministratori, che sono anche leader di partito, e aziende private.

Luci a Venezia

La storia arriva da Venezia. I protagonisti sono la società Tecnoluci srl, specializzata in allestimenti e gestione degli impianti audio e di illuminazione per gli eventi, Coraggio Italia (CI), il partito fondato dal sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, e la Biennale di Venezia, che vede nel ruolo di vicepresidente del consiglio di amministrazione proprio Brugnaro.

La Tecnoluci, dal 2022 al 2024, è diventata una delle più generose finanziatrici del partito di Brugnaro con sei diverse donazioni che in totale hanno fatto arrivare oltre 120 mila euro nelle casse di Coraggio Italia. Negli stessi anni, la srl ha visto crescere vertiginosamente gli appalti con il pubblico. Soprattutto grazie alla Biennale di Venezia, che in un quadriennio ha garantito introiti per circa un milione di euro tra affidamenti diretti e gare di appalto vinte.

«Sono gare pubbliche alle quali noi partecipiamo, abbiamo una lunga tradizione nel settore. Brugnaro? Lo finanzio perché mi piace», dice l’imprenditore Giovanni Bertoli contattato da Domani. Tutto avviene secondo legge, ma interroga le ragioni di opportunità tra privati e politica. Domani ha chiesto un commento al sindaco, ma ha preferito non rispondere. Brugnaro, per tutt’altra vicenda, è coinvolto nell’inchiesta Palude, ed è imputato per corruzione.

Le indagini riguardano anche l’ex assessore alla Mobilità della sua giunta, Renato Boraso, arrestato lo scorso luglio, che ha chiesto il patteggiamento.

Secondo la procura, l’amministrazione comunale avrebbe operato in un contesto di “illegittimità diffusa”, con pratiche di corruzione ambientale e conflitti d’interesse sistematici, in particolare nel settore urbanistico e delle gare d’appalto. Brugnaro ha sempre sostenuto di aver agito nell'interesse della città e ha respinto le accuse, definendole strumentalizzazioni.

«Le indagini evidenziano gravi problematiche nella gestione degli interessi privati da parte di quella che dovrebbe essere un’amministrazione pubblica trasparente», spiega a Domani Tommaso Bortoluzzi, capogruppo del Pd della municipalità Venezia Murano e Burano.

Dubbi affiorano pure sulla gestione blind trust, a cui nel 2017 il sindaco ha affidato il proprio patrimonio per evitare conflitti d’interesse. Gli inquirenti ritengono che la misura non sia stata sufficiente. Ma su questo, e sugli altri fatti oggetto di inchiesta, saranno i giudici a esprimersi. L’udienza preliminare è in programma per il mese di dicembre.

Torniamo quindi alle “luci sulla Biennale” e alla vicenda che Domani è in grado di rivelare. Di certo racconta un nuovo capitolo di commistione tra pubblico e privato.

La Tecnoluci srl è oggi gestita da due fratelli, Alessandro e Giovanni Bertoli, eredi della società fondata nel 1979 dal loro padre con un altro socio. Si dividono le quote e ne affidano il resto alla Tecnoluci snc, di cui a loro volta risultano proprietari. Giovanni Bertoli è l’amministratore.

La società è sul mercato da tempo. Vanta una storia più che quarantennale. Ha per lo più provveduto a garantire il noleggio e il servizio per l’illuminazione di cerimonie private ed eventi pubblici. Non una realtà di neofiti, a Venezia e dintorni la conoscono bene.

L’ultimo bilancio consultabile, quello del 2023, racconta di un fatturato di 1,8 milioni di euro, in discesa rispetto al 2022 quando il valore della produzione era di poco superiore ai 3 milioni di euro.

Ricche donazioni

Dal 2021 scocca però la scintilla della passione politica. E iniziano le donazioni a Coraggio Italia, partito plasmato da Brugnaro con l’ambizione di diventare una forza moderata in grado di attirare gli elettori insoddisfatti da Forza Italia.

Al netto degli auspici dell’imprenditore prestato alla politica, a dicembre 2021 Giovanni Bertoli, da privato cittadino, dona 15mila euro a CI. Ad aprile 2022, poi, Tecnoluci firma un’elargizione da 30mila euro al partito, a cui fa seguito un’altra donazione a settembre di 28mila euro. In mezzo, qualche mese prima (a luglio) la Tecnoloci aveva provveduto a fare una donazione al Maie, il Movimento degli italiani all’estero. Come mai? Anche qui c’è un legame che conduce al soggetto politico di Brugnaro. Il Maie aveva stretto un patto al Senato con Coraggio Italia, mettendo insieme le forze, paradossalmente poco prima della crisi del governo Draghi.

Poco male. Anche con l’inizio della nuova legislatura, Tecnoluci continua a fare altri versamenti a CI tra il 2023 e il 2024. In totale, nell’ultimo triennio, la cifra destinata a Coraggio Italia ammonta 123mila euro. Niente di strano, è tutto previsto dalla legge sui finanziamenti ai partiti.

Domani ha chiesto il motivo del sostegno. «Brugnaro non è mio amico, credo nel progetto. Mi sembra valga la pena sostenerlo, abbiamo fatto quello che potevamo. È il sindaco della mia città, a Venezia ha fatto molto bene, siamo partiti da una situazione disastrosa. Ora è cambiato molto», dice Bertoli.

Che spiega anche le ragioni del versamento a titolo personale: «In quel caso visto che l’azienda era sotto periodo Covid non avevo molta possibilità e ho fatto la donazione da privato». Una crisi che aveva portato Tecnoluci a chiedere e ottenere, come migliaia di altre imprese, gli aiuti statali per la crisi pandemica.

Appalti alla Biennale

Dal 2023 la società inizia a macinare appalti pubblici. In gran parte firmati dalla Biennale di Venezia, che attraversa sia la presidenza di Roberto Cicutto (2020/2024) sia di Pietrangelo Buttafuoco, tuttora in corso. In entrambi i cda siede Brugnaro come vicepresidente.

«La ditta Tecnoluci realizza servizi per la Biennale di Venezia dal 2014, nei casi in cui è risultata aggiudicataria di gara. Ovvero i servizi sono aggiudicati sulla base di procedure di gara espletate ai sensi del codice degli appalti», riferiscono dalla Biennale, contattata da Domani. Dunque, aggiungono, gli affidamenti diretti «sono integrazioni del medesimo servizio per necessità sopravvenute e impreviste, seguendo sempre le procedure del Codice».

Bertoli ribadisce: «Sono gare europee e partecipiamo. Non c’è corrispondenza tra Coraggio Italia e la Biennale. Comunque decidono i tecnici, non sapevo che il sindaco avesse un ruolo lì». Il primo balzo degli introiti pubblici per Tecnoluci si registra nel 2021, quando la società si aggiudica una gara da 179mila euro per l’allestimento della mostra di architettura alla Biennale, battendo una società concorrente. Il vero salto si concretizza nel biennio 2023-2024.

«Negli anni precedenti c’era un service di Milano che aveva l’esclusiva, si chiamava Volume. Dopo hanno cominciato a fare le gare e noi abbiamo partecipato, nel 2021 mi ricordo che eravamo in due a partecipare e noi abbiamo vinto», prosegue Bertoli.

Fatto sta che la Tecnoluci, tra affidamenti e bandi, incassa 819mila euro in due anni. La metà di quei soldi proviene dall’aggiudicazione della gara (a cui la società è stata unica partecipante) per il servizio «illuminotecnico in occasione della 60esima esposizione internazionale d’arte», che si è tenuta tra lo scorso aprile e novembre. Nel 2025 l’impresa figura aggiudicataria la gara d’appalto per la gestione dell’impianto illuminotecnico della 19esima mostra internazionale di architettura.

Una netta inversione di rotta. Da anni società veneziana aveva intrattenuto rari rapporti con il settore pubblico. Dal 2014 in poi, figurano vari lavori per una cifra intorno ai 50mila euro annui, ottenuti con la spa pubblica La Vela, che gestisce le strutture congressuali del Lido di Venezia. Sono commesse per vari eventi, nulla a che vedere con il picco arrivato con la Biennale.

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