la proposta italiana

La linea dura sui migranti è il segno di troppe debolezze

I premier italiana e svedese insieme a Stoccolma
I premier italiana e svedese insieme a Stoccolma
  • La proposta sui migranti che l’Italia porta avanti in vista del Consiglio europeo del 9 febbraio può sembrare a prima vista una prova di forza: il non paper fa la voce grossa sul «controllo delle frontiere». In realtà il dossier migranti è una cartina di tornasole delle debolezze della strategia di Meloni ma anche del progressismo in Europa.
  • I frenetici tour europei della premier e dei ministri si riveleranno con ogni probabilità irrilevanti, e l’Italia resterà schiacciata dalle manovre della Germania sul fronte degli aiuti di stato. Al Consiglio emergerà il divario tra la propaganda – come la retorica antimigranti – e la reale incisività del nostro paese al tavolo europeo.
  • Ma l’utilizzo degli argomenti securitari come arma di distrazione non è senza effetti tangibili. L’alleanza tra i conservatori di Meloni e i popolari di Weber si sta rinsaldando proprio sull’idea di un’Europa fortezza. Ormai l’Europa respingente non è più una vaga idea sovranista, ma una pratica e una teoria quotidiana di un’Ue che vira sempre più a destra.

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