discriminazione elettorale

Le regioni che resistono alla legge sulla parità di genere

  • Passate le amministrative c’è chi guarda già alle prossime regionali. E lo fa con voglia di rivalsa femminile. Ci sono quattro regioni che sperano di arrivare al voto fresche di normativa elettorale sulla doppia preferenze di genere.
  • Sono Piemonte, Friuli-Venezia Giulia, Sicilia e Valle d’Aosta, le ultime rimaste sprovviste del regolamento per l’uguaglianza tra donne e uomini al voto. Queste non si sono ancora adeguate alla legge nazionale 20/2016, “Rappresentanza donne e uomini nei consigli regionali”, pensata per la parità, ma che di fatto permette alle donne, in netta minoranza, di avere una rappresentanza politica.
  • Fino a un anno fa c’erano altre tre regioni nella lista nera. A ridosso delle elezioni sono state costrette ad adeguarsi, pena un intervento diretto da Roma. Così è stato per Liguria e Puglia, che hanno votato nel 2020. Inutili le diffide, si è dovuto imporre il meccanismo, come prevede l’art. 120 della Costituzione, ed esercitare, come raramente accade, il potere sostitutivo.

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