Dopo che il candidato del centrodestra sconfitto a Roma, Enrico Michetti, ha scelto di rinunciare al seggio in consiglio comunale, dovrebbe entrare al suo posto un esperto consigliere di Fratelli d’Italia.

Dietro questa scelta si nascondono i problemi di un partito in rapida crescita, apparentemente dominato in modo incontrastato da Giorgia Meloni, ma in realtà diviso tra fazioni.

La storia delle dimissioni 

Qualche giorno fa il quotidiano Il Tempo ha raccontato delle manovre interne a Fratelli d’Italia per convincere Michetti a fare un passo indietro e lasciare il posto a Federico Rocca, primo dei non eletti con 4.949 preferenze nella lista di FdI (483 in meno di quelle necessarie per entrare in consiglio comunale).

In realtà dietro questa disputa si combatte una battaglia ben più profonda e antica, quella tra il deputato Francesco Lollobrigida, capogruppo di FdI alla Camera e marito di Arianna Meloni, sorella di Giorgia, e il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli. Rocca, infatti, appartiene all’area che fa riferimento a Lollobrigida che in questo momento, però, è in minoranza all’interno del gruppo consigliare capitolino di FdI.

Attualmente gli eletti sono Lavinia Mennuni e Andrea De Priamo (area Rampelli); Francesca Barbato e Giovanni Quarzo (area che fa riferimento all’esponente moderato Luciano Ciocchetti) e un’unica consigliera per l’area di Lollobrigida: Rachele Mussolini.

Per questo motivo il cognato di Giorgia Meloni sarebbe molto felice che Michetti – seguendo l’esempio di Carlo Calenda che dopo aver perso le elezioni si è dimesso da consigliere comunale per tornare a ricoprire a tempo pieno il suo ruolo di eurodeputato  – lasciasse il proprio posto a Rocca.

La scelta di Calenda

Proprio la scelta di Calenda ha scatenato reazioni diverse all’interno di FdI. Reazioni che in realtà sono messaggi lanciati a Michetti. Rampelli è netto: «Quando ti candidi i cittadini ti scelgono per stare dentro il Campidoglio, da sindaco o da membro dell’opposizione. Calenda si è comportato malissimo».

Della stessa idea, ovviamente, Mennuni («È onorevole anche restare all’opposizione, se ti candidi resti in Campidoglio, che tu vinca o perda») e un’altra esponente dell’area Rampelli, la deputata Maria Teresa Bellucci, che sui suoi canali social ha definito Calenda un «doppiogiochista»: «Se avesse avuto a cuore i bisogni dei romani avrebbe onorato il suo mandato in Campidoglio garantendo la sua presenza in assemblea capitolina».

Di tutt’altro parere Lollobrigida, secondo cui chi si candida a sindaco sa fare il sindaco, non il consigliere comunale. Per il capogruppo di FdI alla Camera il ruolo di consigliere di opposizione può essere ricoperto meglio da «esponenti più preparati e più politici». A subentrare, in questo caso, non sarebbero certamente degli «scappati di casa», dice, ma esponenti che hanno raccolto preferenze in città durante la campagna elettorale: «Una volta che non vieni eletto sindaco, come consigliere comunale non hai una grande funzione. E questo vale anche per i candidati civici».

E Michetti?

Michetti, scelto da Fratelli d’Italia per la corsa al Campidoglio proprio come candidato civico e non politico, è considerato in realtà più vicino a Lollobrigida che a Rampelli, non fosse altro che sarebbe stata Arianna, dopo averlo ascoltato parlare alla radio, a indicarlo alla sorella Giorgia. Ma evidentemente Lollobrigida preferisce poter contare su un consigliere comunale più affidabile, uno dei suoi.

Michetti non ha ancora firmato l’accettazione dell’incarico di consigliere comunale e non conferma né smentisce l’ipotesi delle sue dimissioni. Il responsabile romano di Fratelli d’Italia, Massimo Milani, dice di aver parlato con lui in questi giorni e racconta che l’ex candidato sindaco sta valutando se lasciare il posto o meno.

Ma il caso romano mostra la presenza, nella Capitale, di almeno cinque aree di riferimento interne a Fratelli d’Italia. Lollobrigida è considerato il braccio destro di Meloni e negli anni l’ha aiutata a costruire la struttura di Fratelli d’Italia.

Rampelli è tra i fondatori e animatori del partito, nonché “padre politico” di Meloni che da giovane ha fatto parte della sua corrente, i cosiddetti “gabbiani”. A differenza di Lollobrigida, ha costruito gran parte del proprio consenso nel Lazio dove è stato a lungo consigliere regionale (Arianna Meloni ha lavorato con lui). Luciano Ciocchetti, invece, è il rappresentante dell'area moderata del partito ed è legato a Raffaele Fitto, motivo per cui ha un certo peso in Puglia.

A Roma, sebbene non siano riusciti a farsi eleggere come consiglieri comunali, hanno preso un numero non indifferente di preferenze anche Stefano Erbaggi e Alessandra Consorti, vicini al gruppo di Andrea Augello, sottosegretario nel terzo governo Berlusconi ed ex senatore di Fratelli d’Italia.

Infine esistono dei gruppi che ruotano intorno a Chiara Colosimo, ex rampelliana e consigliera regionale di Fratelli d’Italia, e Alfredo Antoniozzi, ex eurodeputato di FI oggi vicepresidente dell’assemblea nazionale del partito di Giorgia Meloni. Ma è ancora presto, ci spiega una fonte di alto livello del partito, per parlare di correnti: «Sono aree di riferimento. Quelle dinamiche emergeranno forse quando ci saranno da spartire ruoli e nomine che adesso, stando all’opposizione, non abbiamo».

Se le prossime elezioni politiche arriveranno prima della fine della legislatura, quel momento potrebbe non essere così lontano.

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